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Sogno di una notte di mezza estate. Al Teatro Libero anteprima di stagione

Giovedì 10, venerdì 11 e sabato 12 ottobre, alle 21.15, al Teatro Libero di Palermo va in scena Sogno di una notte di mezza estate. Un’altra anteprima di stagione, tratta da Shakespeare, con drammaturgia e regia di Lia Chiappara. Sul palcoscenico Giada Costa, Vincenzo Costanzo, Marta Lunetta, Silvia Scuderi e Giuseppe Vigneri e gli allievi Gianmarco Amato, Giuseppe Mangano e Alessandro Quartararo.

Ermia si rifiuta di sposare Demetrio, che le è stato imposto dal padre Egeo, perché ama Lisandro. Teseo, duca d’Atene, dà ad Ermia quattro giorni di tempo per obbedire ai voleri del padre, trascorsi i quali la fanciulla sarà tremendamente punita. Ermia e Lisandro fuggono nel bosco per sposarsi segretamente, inseguiti da Demetrio infuriato per il rifiuto e da Elena che nutre per lui una passione non corrisposta. Qui i giovani cadono vittime degli incantesimi del re e della regina delle fate, Oberon e Titania, che mutano diverse volte gli affetti umani. Nel bosco intanto fervono i preparativi per la messa in scena della commedia Piramo e Tisbe per le nozze di Teseo e Ippolita, a cui partecipa la varia e multiforme umanità del popolo di Atene. Incantesimi, fate, boschi, amori e pozioni.

“Una commedia brillante e godibilissima – sottolinea la regista Lia Chiappara – in cui il genio del teatro inglese si diverte a dare spessore drammaturgico ai viluppi apparentemente banali e quotidiani della vita, intonandoli alle corde dei lazzi e degli esilaranti colpi di scena che imprevedibilmente caratterizzano i personaggi nel loro avere addosso e nel loro agire una forte pregnanza teatrale, fatta di forma e corpo. In Sogno è la vita che si mette in gioco, la vita che si esplica in tutte le sue forme e che si interroga su se stessa, nel linguaggio che le è più congeniale: l’amore. Sogno di una notte di mezza estate è una delle drammaturgie shakespeariane più adatte alla formazione attoriale e alla conoscenza del mondo drammaturgico del bardo, utile per approfondire i meccanismi della scrittura per il teatro, perché si muove tra la fiaba e la realtà, tra il racconto mitologico e la derisione delle pratiche teatrali stesse nel gioco del teatro nel teatro”.

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