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“Orlando e Rinaldo: da pupi a realtà”: con l’ “Araldo del Vespro” in scena attori in carne e ossa

Fare ancor di più appassionare grandi e piccini all’Opera dei Pupi, tradizione siciliana iscritta nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, verso la quale ci si avvicina molto distrattamente, vedendo lo stupore sul volto più dei turisti che degli stessi siciliani che la dovrebbero sentire nel sangue. Se, poi, i pupi prendono vita e nei tanti personaggi si calano veri attori, ecco che ha inizio la magia.

È  l’obiettivo che si pongono l’associazione “La Nuova Panormo” e la Compagnia teatrale Araldo del Vespro” con “Orlando e Rinaldo: da pupi a realtà”, lo spettacolo che andrà in scena alle 21 di venerdì 5 ottobre al Teatro Dion Bosco Ranchibile, in via Libertà 199, a Palermo.

A dirigere una compagnia veramente nutrita è il giovane regista Giuseppe Bongiorno nei cui occhi, quando racconta di cosa si tratta, leggi cosa vuol dire per lui e per il fratello Davide – insieme, la loro creatività non ha fine – portare in scena una tradizione come quella dei pupi incarnata da persone reali, attori nella fattispecie.

«L’operazione che portiamo avanti – spiega Giuseppe Bongiorno – punta a rivitalizzare le antiche tradizioni della nostra amata Palermo, ma anche del resto della Sicilia, proponendo uno spettacolo unico nel suo genere, ma che si vuole e può replicare anche fuori dalla nostra Isola. Questo anche in virtù del fatto che gli attori si esprimono in italiano, proprio per farlo comprendere a tutti.  Solo dove si rende necessario, per offrire anche una sottile vena umoristica che difficilmente riuscirebbe a ottenere l’effetto desiderato in lingua italiana, ci sono delle battute in dialetto palermitano»..

In scena la storia dei due fieri cugini, uniti nel dovere ma rivali in amore, che metteranno a rischio l’Impero a causa della bellissima Angelica. Per salvare la Francia, anche l’Inferno si muoverà insieme a tutti i paladini della Corte dell’Imperatore Carlo Magno. Tra demoni, saraceni e stregoni, Orlando e Rinaldo affronteranno battaglie di ogni sorta per mostrare il proprio valore e arrivare al premio tanto ambito: il cuore della bella principessa.

Affascinanti, da sempre coinvolgenti le storie che narrano le gesta dei famosi Paladini di Francia alla corte di Carlo Magno e che portano chiunque in un mondo che si allontana dal turbinio dei tempi moderni.

«L’intenzione è anche quella di riavvicinare i più piccoli – prosegue il regista – volendo riaccendere nelle nuove generazioni la passione per il folclore e la storia. In una realtà come la nostra, in cui la tecnologia lascia poco spazio all’arte – specialmente quella teatrale, –  l’Araldo del Vespro spezza questo legame e sceglie il teatro come mezzo di comunicazione per rompere il muro creato dai pregiudizi e dagli stereotipi sulla Sicilia e il suo popolo, dimostrando al mondo che la Sicilia non è solo un concentrato di illegalità, ma contiene anche tanto amore per la propria cultura».

Innovativa, poi, la formula che, mantenendo viva la storia che li anima e nel rispetto assoluto della tradizione, i classici pupi – proprio quelli fatti di legno e metallo – sono stati trasformati in attori in carne e ossa, conservando i tipici ritmi che alternano battaglie dinamiche a discorsi solenni e che, da sempre, contraddistinguono questo genere artistico unico al mondo.

Un legame stabile tra innovazione e tradizione che, nella realizzazione di questo spettacolo, vede alla guida Salvatore Bumbello, noto Mastro Puparo della Compagnia “Briglia D’Oro”, vanto di Palermo e del quartiere Capo, a cui saranno dedicati l’inizio e la conclusione della rappresentazione. Non potrà ovviamente mancare il classico carillon, con le scene accompagnate dalle musiche di Andrea Gioè, giovane cantautore palermitano che ha anche scritto il brano chiave del progetto, intitolato “Ri pupi a realtà”, racchiudendo in 4 minuti il cuore pulsante della storia. “Orlando e Rinaldo: da pupi a realtà” si impone, quindi, come araldo di una Sicilia nuova che annuncia una rinnovata sicilianità fatta di tradizione, rompendo i canoni rappresentativi che il mondo e il marcio di questa terra hanno sempre voluto assegnarle.

Restando in tema di memoria, un ricordo accorato sarà rivolto a fine spettacolo dal regista a Giuseppe Bellanca, tenore palermitano del Coro del Teatro alla Scala, recentemente scomparso a causa di un incidente. Una persona che ha significato molto per Bongiorno, in quanto da sempre estimatore del lavoro portato avanti dalla Compagnia Araldo del Vespro”.

Personaggi e attori

Orlando: Giovanni Mennella; Rinaldo:  Davide Bongiorno;  Angelica:  Alessia Greco; Malagigi: Roberto Ardizzone; Nakalone: Alessia Spatoliatore; Carlo Magno: Roberto Romano ; Astolfo:  Matteo Coffaro;  Argalia:  Giuseppe Pizzimenti; Rodomonte:  Giovanni Scibetta; Bradamante:  Miriam Alessi; Ricciardetto:  Giovanni Mennella; Carinda: Francesca Mennella; Ferraú:  Damiano Ferrara;  Gano di Magonza: Marco Pizzimenti; Medoro:  Andrea Sutera; Capo Saraceno: Gabriele Mandato; Soldati Saraceni: Alessia Argento e Marika Alicontri; Orco:  Damiano Ferrara; Diavolo Calcabrino: Giulia di Matteo; Diavoli:  Salvo di Matteo e Gabriele Pizzimenti

Musiche di Andrea Gioè; tecnico audio e luci: Giuseppe Bongiorno; quinte: Alessio Ambrogio e Manuele Palermo;  trucco: Francesca MennellaChiara Sutera, Valeria Collovà e Marianna Cataldo; maschere di teatro: Chiara SuteraValeria Collovà e Marianna Cataldo.

La compagnia “Araldo del Vespro”

La compagnia teatrale “Araldo del Vespro” è composta da un gruppo di giovani palermitani con la passione comune per lo spettacolo, l’arte e la tradizione. Si forma ufficialmente nel 2017, quando diverse realtà del quartiere Capo di Palermo chiedono a Giuseppe Bongiorno, il regista, di mettere in scena uno spettacolo ispirato alle scene della Pasqua del Cristo. Giuseppe, grazie alle tecniche lavorative apprese negli ultimi anni – che vanno dalla costumistica, alla scenografia, fino alla riproduzione di effetti speciali di vario genere – si è occupato della realizzazione dei costumi dei Paladini e dei mostri, così come degli effetti delle scene di combattimento, delle maschere di demoni e fiere di ogni sorta che circondano i protagonisti nelle scene ambientate all’Inferno.

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