“Democrazia! Democrazia” W la Democrazia!”. La parola vibra come una scossa fra le pietre greche millenarie del Teatro Antico di Segesta, luogo magico, eterno, supremo resto di una civiltà antica e moderna al contempo, matrice della “cultura del pensiero, della certezza e del dubbio”. A pronunciarla è, sul finale, l’attrice Giorgia Trasselli, che interpreta la rivoluzionaria Prassagora nella commedia di Aristofane “Le Donne al Parlamento” (Ἐκκλησιάζουσαι, Ekklesiazousai) testo simbolo del commediografo greco vissuto nel 300 A.C. e già noto per le sue idee rivoluzionarie (pensiamo a Lisistrata e a Le Donne alle Tesmoforie). Spesso, nelle sue commedie, infatti, ci si imbatte “nella realizzazione di un’utopia” che pur illudendo di apportare un radicale cambiamento sociale, poi si scontra con la mera realtà fatta di sentimenti, desideri, passioni e tentennamenti e “miserie umane”, umanissime, diremmo. Le donne di Atene, travestite da uomini con i vestiti che nottetempo hanno trafugato ai loro mariti, capitanate da Prassagora, ardente pasionaria pioniera di un comunismo integrale fatto di “beni in comune” per l’appunto, convincono l’Assemblea cittadina che le donne sono capaci più degli uomini ad amministrare “la cosa pubblica” a creare una società equilibrata, giusta ed onesta senza sperequazioni. Questa idea diventa legge e ben presto in città tutto è un fermento, una novità entusiasmante che cambia le vite di tutti i cittadini con conseguenze, però, ben presto ( e non poteva essere altrimenti in quanto non sarebbe sacco di Aristofane) esilaranti. Prima dell’entrata in scena, abbiamo raggiunto gli attori nei camerini e nell’emozione del” dietro le quinte” ,Giorgia Trasselli ci ha raccontato la sua Prassagora.
Giorgia Trasselli alle Dionisiache di Segesta protagonista de “le Donne al Parlamento”. Parlaci del tuo ruolo e del messaggio antico eppur modernissimo di questa commedia del 391.A.C.
“Il mio ruolo è quello di Prassagora,un ruolo meraviglioso. E’ proprio lei, questa donna, che conduce il gioco in questa commedia rivoluzionaria. Sembra tutto scontato, l’attualità, la contemporaneità, ma questa donna stimola tutte le sue compagne alla lotta a prendere in mano i destini della città ateniese“.
Aristofane non è nuovo a queste battaglie sociali, a queste eccellenti utopie modernissime.
“Hai detto la parola giusta, utopia, parola chiave, dominante in questa commedia greca. Prassagora tenta di impadronirsi della cosa pubblica per farla diventare veramente pubblica entrando in pieno però dentro un’utopia che ahimè si verificherà tale rivelandone tutti i limiti. Però pensavo che nonostante si rida tanto in questa commedia di Aristofane, ci siano molti spunti di riflessione e questo è tipico dei “Grandi” di quelli cioè capaci di saper unire lo scherzo alla profonda serietà. Mi piace pensare che negli uomini di quel tempo, al termine dello spettacolo, questa commedia abbia stimolato pensieri di giustizia sociale e di correzione di iniquità”
Suona la campanella. E’ ora di entrare in scena. Ci salutiamo abbracciandoci. Un cielo magnifico si staglia sopra di noi. La scenografia immutata ed immutabile attende gli attori moderni che celebrano l’antico.
Tiziana Sferruggia