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Le Notti di BCsicilia: Castellammare del Golfo, presentazione del libro “Civiltà del sole in Sicilia”.

Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” si terrà domenica 28 luglio 2019  alle ore 21,00 presso la Sala del 500 in Corso Bernardo Mattarella a Castellammare del Golfo la presentazione del libro di Ferdinando Maurici, Vito Francesco Polcaro e Alberto Scuderi “Civiltà del sole in Sicilia. Indicatori solstiziali ed equinoziali di presumibile epoca preistorica”. Dopo i saluti di Ignazio Sottile,Presidente BCsicilia Castellammare del Golfo, presenteranno il libro Antonino Filippi, Studioso di preistoria in Sicilia, e Carmelo Montagna, Architetto e Storico dell’Artea cui farà seguito l’intervento di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. ModeraGiovanna Minardi, Docente dell’Università di Palermo. All’incontro saranno presenti gli autori
La manifestazione è promossa da BCsicilia, per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in collaborazione con il Comune di Castellammare del Golfo e il patrocinio della Regione Siciliana. Per informazioni:  Tel. 346.8241076 – Email:segreteria@bcsicilia.it – Facebook: BCsicilia – Twitter: BCsicilia.
Nella sua presentazione Elio Antonello, presidente della Società Italiana di Astronomia, mette in evidenza «l’importanza dell’osservazione del cielo quale sistema calendariale per l’agricoltura, un sistema che aveva bisogno di un punto di riferimento fisso, definito da uno dei solstizi, da cui iniziare il conto dei giorni dell’anno ». Si può quindi presumere – continua – che ogni comunità preistorica in Sicilia avesse un suo proprio “calendario”.
Da queste premesse prende avvio lo studio degli autori nel campo totalmente inesplorato dell’archeoastronomia siciliana, che li porterà a visitare significativi luoghi- simbolo per l’analisi dei manufatti e la raccolta delle testimonianze, in un cammino di ricerca preciso e appassionante che riserverà molte sorprese.
In queste pagine, come suggerisce l’archeologo di fama internazionale Jeremy Johns, prende corpo «l’attraente ipotesi in crescente aumento formulata dagli autori: e cioè che sembra esserci un numero veramente stupefacente di siti, sparsi per tutta l’isola, dove gli abitanti preistorici della Sicilia adattarono emergenze naturali del paesaggio per celebrare e annodare il legame fra il cielo e la terra su cui essi vivevano».

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