Quella di Enrico Berlinguer, nato a Sassari nel 1922 e morto l’11 giugno 1984 dopo un malore durante un comizio a Padova nel 1984, resta una delle figure più stimate della politica italiana.
Berlinguer aderisce al Pci nel 1943 e prende parte alle lotte antifasciste. Poco dopo la fine della guerra entra nel Comitato centrale del Pci e poi nella direzione. Dal 1949 al 1956 è segretario generale della Fgci, la Federazione giovanile comunista. Chi lo ha conosciuto lo definisce come un uomo instancabile, timido e introverso. Nel 1956 lascia l’organizzazione giovanile del Pci e l’anno dopo sposa a Roma Letizia Laurenti. Dala uniione nasceranno 4 figli.
Nel 1958 Berlinguer entra nella segreteria del Pci per affiancare Luigi Longo, vicesegretario e responsabile dell’ufficio di segreteria. Da questo momento Berlinguer stringe un rapporto molto stretto con il segretario Palmiro Togliatti.
Nel febbraio del 1960, proprio Togliatti, al Congresso del Pci, affida a Berlinguer il posto di Giorgio Amendola come responsabile dell’organizzazione del partito.
E’ il 7 giugno 1984 quando si trova a Padova: durante un comizio per le elezioni europee un ictus cerebrale lo colpisce. Morirà pochi giorno dopo, l’11 giugno.
La su parabola politica e umana sarà riposta nella coscienza comune all’interno del cassetto dei “se ci fosse stato lui”. Questo è il destino delle icone, riuscire a lasciare grandi vuoti in poco tempo.