“Leggo che il Sindaco di Marsala ed i suoi fedelissimi sono “disgustati” per quanto accaduto in Consiglio Comunale durante la trattazione e l’approvazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Proviamo a fare un pò di chiarezza. Il Piano delle Opere Pubbliche, insieme al Bilancio sono i due temi che caratterizzano di anno in anno l’indirizzo politico che un’amministrazione vuole dare al proprio operato. Tuttavia questi sono atti da sottoporre al vaglio del Consiglio Comunale. Alberto Di Girolamo, sembra paradossale ma è vero, mi ha insegnato che fare la guerra contro tutti non porta molto lontano e che è preferibile trovare delle convergenze quando si vuole raggiungere qualche obiettivo. Bene, oggi il Sindaco si dice disgustato ma non possiamo esimerci dal fare qualche riflessione:
1. Il Consiglio Comunale è l’Organo Sovrano e con tutti i suoi limiti è l’organo rappresentativo della volontà popolare.
2. L’Amministrazione, che com’è noto non ha una maggioranza da anni, con chi ha condiviso i propri progetti? Ha promosso qualche incontro per trovare un punto di sintesi?
3. Perché, seppure scelta del tutto legittima, non si dice che diverse opere venivano finanziate con l’accensione di diversi mutui (che di fatto sono debiti che contrae l’Ente)?
4. Perché si citano gli interventi archiviati e non i progetti promossi?
5. Perché se il Consigliere X presenta un emendamento è, a detta di qualcuno, chiara volontà di fare clientelismo e se lo presentano i fedelissimi del Re è servizio per la comunità?
6. Quale strumento ha un Consigliere Comunale che non ha la fortuna di pendere dalle labbra del Sindaco, se non la possibilità di far valere il principio democratico, ricercando i numeri in aula e trovando la maggioranza per far approvare determinati progetti?
7. Perché non provano, con un pizzico di umiltà a chiedersi il perché del proprio fallimento politico?
Non si può amministrare una Città complessa come la nostra da soli, con la supponenza e l’autoreferenzialità. Dividendo gli interlocutori sempre in buoni e cattivi. Mi hanno insegnato che la politica è l’arte della mediazione. Saremo giudicati per quello che abbiamo fatto e non per quello che abbiamo detto. Provo profonda tristezza per la strumentalizzazione che è stata fatta di una seduta della quale non andremo di certo orgogliosi, per i toni raggiunti e per il tasso di falsità che sono state dette. Ipocriti.
Per dovere di cronaca è bene ricordare che nell’emendamento contestato non ci sono progetti dei quali vergognarsi. Non ci sono strade e stradelle, lottizzazioni del territorio, regalie funzionali alle campagne elettorali, come avveniva in passato. C’è la volontà dell’organo consiliare di riappropriarsi del proprio ruolo. La conferma che oltre a strapparsi le vesti per qualche marciapiede bisognava dare un segnale anche su altri fronti. Quattro anni fa avevo proposto all’Amministrazione di salvare l’Isola di Schola. Per il Sindaco salvaguardare lo Stagnone vuol dire promuovere l’installazione di impianti di piscicultura che con ogni probabilità avrebbero un impatto devastante sull’ecosistema dello Stagnone. Il Consiglio Comunale ha previsto delle somme (certamente non sufficienti ma comunque un segnale) per la sua salvaguardia. L’isola di Schola, un gioiellino di quattromila mq sarà pulita e messa in sicurezza. Un primo passo per la realizzazione del teatro a cielo aperto immerso nel meraviglioso scenario dello Stagnone del quale parlo da anni, un unicum nel suo genere. Nella prossima seduta approveremo l’atto d’indirizzo che impegna l’Amministrazione a convocare un tavolo tecnico con la Soprintendenza ai Beni Culturali, società accreditate per il trasporto in Laguna, operatori culturali, registi e attori, associazioni ed imprese del territorio per dare corpo ad un’idea che ha un grandissimo potenziale in tema di valorizzazione del nostro patrimonio storico-naturalistico e dalla grande capacità di attrazione in termini turistici. Dovrei vergognarmi di questo?!”