Appare doveroso rispondere all’attacco gratuito e strumentale avanzato da Miccichè e da Bandiera sul caso della Tonnara di Favignana, non per rispondere ai diretti interessati, che anzi sono consci e grati del lavoro svolto dal Governo e dalla Lega nella vicenda, e nel settore pesca in generale, ma per stanare la strumentalizzazione della notizia fatta da chi oramai, evidentemente, sa solo alimentari sterili ed infondate notizie. A seguito dell’introduzione da parte dell’Unione Europea delle c.d. quote tonno nei paesi del Mediterraneo, volute per consentire il ritorno del tonno rosso nei nostri mari, per ben dodici anni, se si esclude la calata fittizia del 2016, la tonnara di Favignana non ha avuto la possibilità di effettuare la c.d. calata. Solo con il decreto dello scorso 17 aprile sulla “campagna di pesca del tonno rosso-anno 2019”, emanato dal MIPAAFT, che assegna un surpuls di quota indivisa di 84,69 tonnellate al sistema di pesca a tonnare fisse, mai successo con altri governi, l’azienda Castiglione il due maggio annuncia ufficialmente le operazioni di calo della tonnara di Favignana. Di fatto il MIPAAFT ha accreditato l’azienda come soggetto in possesso dei requisiti tecnico- amministrativi e vengono alla stessa assegnate proprie quote, e non più solo ed esclusivamente quelle indivise tra Sicilia e Sardegna, azienda che con accordo tra le parti, stante l’insostenibilità economica per la stessa di continuare l’attività, ha deciso di chiudere, fermo restando il notevole beneficio ottenuto spendibile nel tempo, ma anche immediatamente con vendita della quota ottenuta. Il plauso generale dell’azienda e della stessa amministrazione comunale è stato manifestato pubblicamente, ma questo, prima delle elezioni europee e del grande successo elettorale che la lega anche sul territorio regionale ha avuto. Il sistema previgente di quota indivisa tra tutti non avrebbe mai consentito alla tonnara di Favignana di avere una quota di tonno propria, sicché si è ripartita la quota per consentire alle tonnare meno efficienti o meno fortunate di poter comunque beneficiare. Addirittura la quota aggiuntiva a cui tutte e cinque le tonnare italiane avevano diritto (29 tonnelate) in base al decreto mezzogiorno sono state ripartite per due e non per cinque, tra Favignana in Sicilia e Cala Vinagra in Sardegna. E’ chiaro, pertanto, che ad oggi se c’è un partito da temere in Sicilia, sia per la fiducia che i cittadini sempre più numerosi e determinati vi stanno riponendo, sia perché vuole il cambiamento della nostra terra, è la Lega ed è normale, nella sterile dialettica della politica siciliana che venga attaccato. Ringraziamo i pescatori per essersi pubblicamente esposti in difesa delle azioni del governo, ai quali rispenderemo con provvedimenti a loro sostegno da oggi in poi anche in Europa.
Tonnara di Favignana, Annalisa Tardino (Lega): la verità sta all’opposto!
Articoli Correlati