C’era una volta, a Marsala, l’Isola Ecologica, messa lì, apposta, per rincuorare quei cittadini che, pur avendo una coscienza ambientalista, non ne volevano sapere di entrare e uscire i mastelli sottostando agli orari e che inorridivano al solo pensiero di riportare in casa i contenitori sporchi. Per questi “onesti” cittadini, era rimasta lei, l’Isola Ecologica, ultimo baluardo per chi non voleva sporcare la città e che preferiva assumersi, al contempo, l’onere di andarla a conferire lì, all’ex Salato.
C’è da dire che l’Isola Ecologica, sempre puzzolente, sporca e polverosa, rappresentava comunque una certezza per questi cittadini virtuosi, i quali, pur nauseati del maleodorante luogo, si tappavano le narici e buttavano i sacchi della spazzatura preventivamente differenziata. Da qualche giorno l’Isola Ecologica dell’ ex Salato è chiusa, ufficialmente per ristrutturazione. L’ingresso è chiuso e (ovviamente) sommerso dalle spazzatura accatastata senza alcuna regola. I cittadini, trovando chiusa l’isola, pensano bene di abbandonare i sacchetti a casaccio e il risultato è una montagna di “monnezza” che fa bella mostra di sè. Qualche giorno fa, il comune aveva diramato un comunicato stampa nel quale veniva annunciata tale ristrutturazione che prevede, tra l’altro, un nuovo sistema informatico, la ripavimentazione, un nuovo impianto elettrico, e l’installazione di 2 bagni chimici che dovrebbero rendere la vita meno difficile agli operatori ecologici.
Tali interventi però necessitano di tempo e nel frattempo che si fa? Si assiste inorriditi al proliferare dell'”abbandono selvaggio” dei sacchetti di spazzatura, disseminati in ogni dove, in campagna, in periferia ed in città. Ogni angolo diventa insomma una mini Isola Ecologica, il tutto in sfregio della comunità marsalese e degli “eventuali ma scarsi visitatori della città. Perchè nel frattempo non si è provveduto a rendere fruibile un’altra Isola Ecologica? Come sempre, manca il buonsenso, il raziocinio elementare che viene in mente a chi ha un pò di sale in zucca. L’unico “provvedimento” messo in atto da questi “geniali” amministratori è stata la collocazione di 3 autocompattatori nel retro dell’Isola Ecologica, i quali, per funzionare, devono stare sempre accesi con buona pace dell’inquinamento ambientale. Le polveri sottili si depositano ovunque, ubi et orbi , rendendo l’aria della zona limitrofa, irrespirabile. Tre sbilenchi cartelli indicano l’uso a cui sono predisposti, il tipo di spazzatura che sono disposti ad accogliere. Il cittadino che si avvicina rischia la salute, così come gli operatori ecologici che lavorano lì. Anzi, a quest’ultimi, è riservata una sconnessa sediolina senza tettoia, senza protezione dal sole e dalla pioggia, nella totale indifferenza per la tutela della salute. Come a dire, siete lì e dovete pagare caro questo posto di lavoro. Il rispetto comincia da lì, dal buon esempio che dovrebbe dare chi ha l’onore e anche l’onere di amministrare la città.