Non ha dubbi il romano Francesco Perri, ex esponente della Lega, il quale in una lettera inviata alla nostra redazione all’indirizzo elettronico redazione@siciliaogginotizie.it in maniera categorica avverte dell’incombente disastro ambientale che si abbatterebbe sulla riserva naturale dello Stagnone di Marsala se venisse realizzato il progetto Acqua.Sal. In controtendenza con quanto dunque affermato dal sindaco Alberto Di Girolamo, ovvero che “le attività previste saranno assolutamente rispettose del Regolamento della Riserva e del Piano di Gestione del Sito Natura 2000, nonché sotto il costante controllo dell’Istituto di Biologia Marina. È escluso qualsiasi intervento invasivo che possa arrecare danni all’ecosistema della Laguna in quanto il progetto è condotto con criteri di sostenibilità e il progetto può rappresentare uno strumento di crescita e sviluppo economico, nonché un solido presidio a tutela e a salvaguardia dell’ambiente”. Perri, invece, prevede la morte dello Stagnone se Acqua.Sal dovesse “andare in porto”. L’impianto di acquacoltura in prossimità della bella e storica Villa Genna, sarebbe disastroso per il precario equilibrio dell’ecosistema della Laguna. Ecco la sua lettera, pubblicata per intero:
È necessario il blocco immediato del progetto Acqua.sal, per richiedere una valutazione di incidenza ambientale e la sostenibilità nel tempo
dello stesso.
La richiesta di finanziamento è di oltre 1 milione e 200 mila euro al Dipartimento della Pesca Mediterranea, per realizzare un impianto di
acquacoltura nelle antiche saline genna, all’interno della riserva naturale dello stagnone con il Comune di Marsala, , la Provincia e gli enti Gal Elimos, Flag e l’Università di Palermo e trapani (Biologia Marina).
Visto che la comunità europea ha messo a disposizione circa 40 milioni di euro per lo sviluppo della pesca ed acquacoltura, compresa
la valorizzazione della costa e ristrutturazione
di strutture abbandonate, allora per non perdere questi fondi, è stato presentato un progetto che rispetta tutti i punti del bando europeo.
Quindi non è la necessità stessa di creare impianti di acquacoltura nello stagnone, che può
aiutare i cittadini marsalesi, ma sembra un progetto ” scritto con copia ed incolla per essere idonei ai finanziamenti “.
Il progetto acqua. srl si potrebbe accettare per rivalutare un tratto di costa marsalese, in mare aperto, quindi é il LUOGO che è SBAGLIATO.
LO STAGNONE DI MARSALA È UNA RISERVA NATURALE, con equilibri delicatissimi, che dobbiamo tutelare e difendere.
Generalmente un impianto di allevamento di pesci, genera enormi quantità di rifiuti: cibo non consumato, escrementi, plancton, batteri, deiezioni, antibiotici ed altri composti chimici come i disinfettanti. Gli antibiotici ed i prodotti chimici,se utilizzati, possono intossicare anche la fauna selvaggia e la flora che circonda l’impianto.
Contemporaneamente all’allevamento il progetto include produzione di sale, prodotti cosmetici
naturali ed altre attività.
Poi una volta terminati i fondi europei, come si finanzierà l’impianto e le strutture?
Saranno abbandonati come molti progetti europei?(vasche e strutture abbandonate).
Chi selezionerà il personale che lavorerà presso l’impianto?
Ma le saline genna sono pubbliche oppure private?
Che fine faranno i fenicotteri rosa, le anatre e la garzetta che vivono e svernano anche nelle vasche delle saline genna?
Sono molti i dubbi e le criticità di questa opera,
spero che non sarà un progetto come la raccolta differenziata, altrimenti anche lo stagnone farà una brutta fine.
Perri Francesco