Il metodo “uro-radiologico” consente di migliorare la qualità e ottimizzare le risorse economiche
L’urologia e la radiologia devono camminare sugli stessi binari per offrire ai pazienti maggiore qualità dei servizi. E’ stato questo il filo conduttore del convegno “Uro-radiologia: approccio multidisciplinare”, che nei giorni scorsi ha riunito nell’auditorium dell’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina urologi, radiologi e infermieri arrivati da Sicilia e Calabria.
Un evento promosso dalle Unità Operative di Urologia e Diagnostica per Immagini del nosocomio, dirette rispettivamente da Francesco Mastroeni e Giampiero Mastroeni, responsabili scientifici del convegno.
Buona partecipazione di specialisti e grande attenzione sull’approccio che l’uro-gruppo del Papardo porta avanti ormai da diversi anni per costruire un modello sanitario basato sulla reciproca e costante collaborazione tra urologi e radiologi nel trattamento delle patologie urologiche.
«Siamo felici della presenza di tanti colleghi che hanno preso parte a questa giornata, che ha visto il contributo di numerosi esperti del settore, tra cui anche professionisti di caratura internazionale come Lukas Lusuardi ed Elena Ravasi, direttore dell’Unità Radiologia dell’Inrca di Ancona. Grazie all’importante supporto che la radiologia può dare all’urologia abbiamo la possibilità di poter fare una migliore diagnosi e un più preciso trattamento. Un approccio vincente, sia dal punto di visa qualitativo che in termini di economicità, perché consente di ottimizzare e impiegare al meglio le risorse disponibili» hanno commentato i promotori del convegno Francesco Mastroeni e Giampiero Mastroeni.
L’obiettivo è diventare un esempio da seguire a tutti i livelli assistenziali, offrire un modello multidisciplinare che ha già dato i suoi risultati concreti e positivi. Numerosi gli argomenti trattati dai professionisti che hanno animato le quattro sessioni del convegno dedicate a focus specifici su prostata, vescica e rene, a cominciare da varicocele, mezzi di contrasto e relativa nefrotossicità.
Si è parlato di green laser, embolizzazione arteriosa, radioterapia e confronti fra vecchie e nuove tecniche bioptiche in relazione anche al nuovo imaging integrato per quanto riguarda la cura della prostata. Sull’argomento vescica sono stati affrontati gli aspetti relativi ad endoscopia, neoplasie superficiali e profonde oltre al ruolo della robotica. La sessione sul rene ha spaziato su calcolosi e neoplasia, litotrissia extracorporea a onde d’urto alla tecnica percutanea della calcolosi renale complessa.
Infine l’esperienza dell’Uro-Radiologia del Papardo, vincente in tante occasioni estreme sia in regime d’urgenza che in elezione, ad esempio nel trattamento delle fistole arterovenose, embolizzazione dei traumi renali e masse neoplastiche renali.
Un confronto ricco e stimolante che i due responsabili scientifici si augurano possa essere modello di riferimento per offrire qualità superiore, dalla diagnosi al trattamento terapeutico.