“È TRASCORSO PIU’ DI UN ANNO DALL’ORDINANZA DI PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE E COM’ERA PREVEDIBILE LA COSTRUZIONE DELLA VII VASCA È ANCORA ISCRITTA NEL LIBRO DELLE INCOMPIUTE.
SU CHI RICADRANNO I COSTI ECONOMICI ED AMBIENTALI A PARTIRE DA SETTEMBRE 2019?”
“Era marzo 2018 quando con l’ordinanza di protezione civile nazionale n. 513, venivano conferiti al Presidente della Regione poteri straordinari per la realizzazione di alcune opere infrastrutturali sui rifiuti in Sicilia, tra le quali la VII vasca presso la discarica di Bellolampo in Palermo. Purtroppo, registriamo che, a distanza di un anno, tanto c’è ancora da fare e il tempo necessario a realizzare l’opera, non ancora messa a gara, stride con l’esigenza del capoluogo siciliano di avere già in settembre un nuovo sito dove ‘abbancare’ i rifiuti”. Esordisce così il Segretario Generale della Fit Cisl Sicilia Dionisio Giordano, ricordando che “l’ordinanza di protezione civile del marzo 2018 ha certamente avuto il merito, nell’intendimento dei governi nazionale e regionale, di individuare opere strategiche in Sicilia per le quali era necessario un potere sovra ordinario al fine di velocizzare le procedure necessarie alla realizzazione degli impianti”. LaFit Cisl aggiunge “si tratta di un’opera ritenuta strategica nel fragile panorama infrastrutturale siciliano, non solo perché relativo ai rifiuti prodotti nel capoluogo di Regione, mediamente 800 tonnellate al giorno, ma anche per il ricordo ancora attuale dell’incendio nella stessa discarica palermitana di qualche estate fa che, determinò prioritariamente tre effetti collaterali,quali 10 milioni di euro di costi di conferimento presso altre discariche siciliane sostenuti dall’allora struttura commissariale regionale guidata da Marco Lupo; enormi i rischi ambientali legati alla movimentazione quotidiana dei rifiuti su tutto il territorio regionale attraverso i semirimorchi cosiddetti “adamoli”, e infine la velocizzazione della saturazione delle altre discariche regionali a causa del ricevimento dei rifiuti prodotti a Palermo”.
Il Segretario generale Fit Cisl aggiunge “il 20 Marzo scade l’ordinanza del Comune di Palermo che ha acconsentito alla RAP di continuare a conferire nella VI vasca, a metà aprile dovrebbero terminare i lavori di ampliamento dell’argine della stessa VI vasca che consentiranno la prosecuzione del conferimento in discarica almeno fino a settembre e questa era la data nella quale almeno la prima porzione di VII vasca sarebbe dovuta essere pronta, e così non sarà”. “Ci chiediamo tra il 20 marzo, data scadenza ordinanza comunale e metà aprile data di probabile utilizzo del nuovo argine della VI vasca, dove verranno conferiti i rifiuti? Ed ancora più grave, dal mese di settembre come si affronterà il problema della mancanza della VII vasca?”.
“Non a caso RAP, oltre ad essersi occupata del progetto esecutivo, sta adesso seguendo la procedura di caratterizzazione delle terre e delle rocce da scavo nel sito dove sarà costruita la VII vasca. Ottemperanze che erano responsabilità della Regione Siciliana e che il soggetto gestore dei rifiuti a Palermo, nell’ottica di grande collaborazione con l’assessorato regionale all’Energia ed il Dipartimento Regionale Rifiuti, ha avocato a sé per velocizzare gli adempimenti tecnici propedeutici alla bandizione della gara”. Giordano conclude, “Resta il fatto che la Regione deve ancora avviare la procedura per la verifica del progetto e per la direzione dei lavori ed occuparsi, successivamente, della procedura a evidenza pubblica che, in assenza di poteri straordinari di fatto appena scaduti, dovranno concretizzarsi con modalità ordinarie le cui tempistiche, sono decisamente lontane dal consentire di avere la prima porzione di VII vasca, già pronta per il mese di settembrequando si esaurirà la VI vasca di Bellolampo. E quindi, per ritornare ai costi, ai rischi ambientali ed a tutto quanto verificatosi nel periodo dell’incendio, chi si farà carico di tutti questi effetti collaterali? Un anno è trascorso, i poteri commissariali regionali si sono di fatto esauriti senza il risultato sperato, sia chiaro che né la Rap né i suoi lavoratori pagheranno per l’inerzia di altri soggetti deputati ed individuati a trovare soluzioni idonee, il servizio è pubblico e pubblica deve restare la sua gestione, comune e governo regionale concordino una strategia per evitare una grande emergenza autunnale sull’intero territorio regionale”.