L’inchiesta denominata “Scrigno” ha decapitato il nuovo vertice di Cosa nostra trapanese, capeggiato dai figli del vecchio capomafia Vincenzo Virga, Francesco e Pietro, i quali, dopo la loro scarcerazione si erano adoperati per riorganizzare la cosca. Tra i loro affari, l’edilizia, lo smaltimento dei rifiuti e il turismo, con il Grand Hotel Florio ad esempio, hanno messo le mani anche su Favignana, dove, avevano nominato un referente per gestire gli interessi economici.
L’indagine coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Claudio Camilleri, è la conferma che, nel processo di riorganizzazione di cosa nostra, i clan stanno abbandonando le attività criminali tradizionali sul territorio per dedicarsi ai grandi affari.