A precisazione di quanto riportato dai quotidiani locali e nazionali a
seguito del decreto di sequestro emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione di Caltanissetta e messo a segno lo scorso 1 marzo, (leggi qui)
nei confronti dell’imprenditore Rosario Marchese, accusato tra l’altro di essere un esponente del clan mafioso di Gela, Rinzivillo, lo stesso imprenditore, ha inviato alla nostra redazione un comunicato stampa per chiarire la sua posizione in merito alle accuse e al maxi sequestro di 15 milioni a suo danno. Ecco la lettera che pubblichiamo per intero:
Lo scrivente, dott. Rosario Marchese, nato a Caltagirone l’1 marzo 1986 in ordine al decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Caltanissetta – sezione misure di prevenzione in data 28 Febbraio 2019, intende innanzitutto rappresentare che durante le operazioni di sopralluogo, ha coadiuvato gli Organi della DIA, fornendo Loro ogni informazione tecnica e supporto vario,
consegnando spontaneamente tutta la documentazione contabile ed ogni cosa utile a chiarire la sua posizione.
L’aspetto che maggiormente preme chiarire riguarda la mia posizione non essendo mai stato colpito da alcuna sentenza di condanna definitiva, né benchè mai per associazione mafiosa o per concorso in associazione mafiosa; Nella mia vita personale e professionale ho sempre voluto mantenere la mia persona e le mie società lontane da discutibili contaminazioni.
In secondo luogo, in considerazione del fatto che più volte è stato coinvolto l’Aeroporto Valerio Catullo di Verona vorrei che fosse chiarito che i vertici dell’Aeroporto Catullo di Verona né l’aeroporto stesso nulla c’entrano con gli interessi economici delle mie società, poiché non posseggo, né direttamente né per tramite delle società, quote o interessi sull’aeroporto stesso.
Tantomeno ho, come riportato dai giornali, la gestione della Vip Louge, avendo solo acquistato con una delle mie società gli spazi pubblicitari beneficiando di una dilazione nei pagamenti.
Gli unici rapporti, come detto, che sono intercorsi fra le mie società e l’aeroporto riguardano solo l’affitto di un ufficio e degli stalli auto (per la società di autonoleggio) e l’affitto degli spazi pubblicitari all’interno dell’area partenze (rapporto contrattuale con la società di pubblicità).
La richiamata società di autonoleggio, non è proprietaria né degli spazi, che come detto, sono condotti in locazione né delle autovetture da noleggiare poiché prese in leasing, è solo proprietaria di una utilitaria del valore di 1.200,00 euro;
In ordine al sequestro dei 5 immobili di lusso, voglio precisare che l’unico bene immobile che possedevo e sul quale grava il provvedimento è l’appartamento di 90 mq, ove vivo con la mia famiglia ed il box auto di 15 mq circa; per chiarezza il provvedimento di sequestro considera beni immobili anche le pertinenze (1/40 delle aree condominiali).
Delle 11 società che mi sono state sequestrate una era già posta sotto sequestro, mentre altre 5 sono inattive poiché mai rese operative; mentre due hanno sede legale presso i virtual office (uffici concessi in locazione ad ore che offrono il servizio di domiciliazione legale e postale) di Milano, di Roma e di Brescia.
Le autovetture di lusso personali poste sotto sequestro sono due utilitarie, una Fiat 500 X e una Smart; mentre tre vetture dal valore di 3.500,00 euro sono state sequestrate ad una società oltre a quella sopra menzionata dal valore di 1.200,00 euro.!
Il sequestro attinge anche un’opera d’arte di immenso valore, un dipinto che però non è né di mia proprietà né delle mie società, ma appartiene a soggetto estraneo.
Infine, dei 50 rapporti di conto corrente e bancari di cui si fa menzione negli articoli giornalistici solo alcuni erano in attivo mentre molti erano stati aperti e poi chiusi senza compiere alcuna operazione. Sono compresi in questi rapporti anche delle polizze vita in favore di mio figlio.
Precisato quanto sopra, mi auguro che la mia posizione venga chiarita al più presto e che gli Amministratori, che so essere professionisti stimati e preparati, svolgano al meglio il compito affidatogli affinchè nessuno dei dipendenti in forza alle mie società perda il lavoro e le realtà in cui ho sempre creduto e per le quali mi sono speso senza sacrificio continuino ad essere punti di riferimento per la nostra clientela.
Per dovere di chiarezza
Dott. Rosario Marchese