Sentenza dura quella emessa a carico del trentaseienne Sebastiano Iemmolo di Rosolini in provincia di Siracusa. Il giudice dell’udienza preliminare Andrea Migneco, lo scorso martedì 26 febbraio, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero Salvatore Grillo, gli ha inflitto il carcere a vita. Iemmolo è accusato di aver cosparso il corpo della giovane moglie, Laura Pirri,
di liquido infiammabile e di aver poi appiccato il fuoco. La terribile scena è però avvenuta sotto gli occhi esterrefatti del figlio di 7 anni, il quale, grazie alla sua testimonianza, ha fatto luce sull’intera vicenda. In un primo momento, infatti, si era pensato ad un incidente domestico quando la Pirri, con gravissime ustioni su tutto il corpo giunse in ospedale il 7 marzo del 2017. La donna morì dopo 15 giorni di atroci sofferenze all’ospedale di Palermo per le gravi bruciature riportate. Ad avvalorare la testimonianza del piccolo, sono state le intercettazioni telefoniche fra lo stesso Iemmolo e la madre.
Sono bambini, è inutile che gli ricordiamo… gli esce la verità», dice la madre del presunto omicida al figlio. «Lui non è scemo mamma», replica lui. «Sono sempre bambini, non hanno il cervello, cadono nel trabocchetto», replica lei, manifestando la paura che il piccolo potesse raccontare quanto aveva visto. Iemmolo aveva anche tentato di ricostruire con la madre la “sua ” verità sulla morte della moglie, una versione per uscirne “pulito”.
Le indagini sono state svolte dal Commissariato della Polizia di Stato di Pachino che lo hanno arrestato nel settembre del 2017 accusandolo di omicidio, maltrattamenti, lesioni, incendio e calunnia. Secondo il giudice, Iemmolo, diede fuoco a Laura Pirri al culmine di una lite, dopo che la stessa donna aveva rifiutato di dargli 20 euro. Da questo ha preso il via tutto.
Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate entro i prossimi 90 giorni.
La difesa, però, preannuncia appello alla sentenza. “Sentenza assolutamente ingiusta per l’ammontare della pena e qualificazione del reato -afferma l’avvocato difensore Nino Savarino-. Mi riservo di leggere le motivazioni per un più compiuto giudizio ma sicuramente faremo appello”.