Ecco l’ultimo commento della nostra lettrice Giulia Scirè su questo Festival di Sanremo 2019
FINALE DEL FESTIVAL
Claudio Baglioni lo aveva presentato come un festival di rottura. Già, una rottura di…
No. Non è vero. È la mia settimana preferita, dopo quella di Natale.
E se lo critico è perché mi diverte fare questo gioco, ma in realtà non me ne perdo nemmeno un minuto.
Eppure, c’è stata una frazione di secondo, ieri sera, in cui ho pensato “basta, questo è l’ultimo che guardo”.
Ora, io so che la musica è soggettiva, so che non si possono soddisfare le preferenze di tutti, ma io non posso fare a meno di soffermarmi sulla classifica che è uscita fuori ieri sera.
Man mano che i conduttori snocciolavano i nomi in classifica, non riuscivo a credere ai miei occhi.
Renga 15, Nigiotti 10 e Achille Lauro 9.
Ma come si può?! Giunti in cima, ai primi tre posti non riuscivo a ricordare minimamente chi fosse rimasto in gara a parte Ultimo.
Giusto per renderci conto di quanto avessi dato importanza alle altre due canzoni.
Al di là dei gusti, non riesco a capire.
Mahmood vince. Non sono d’accordo, ma chi se ne frega del mio gusto musicale.
Sullo schermo le percentuali del televoto: 14% per lui. Va bene, lo ha votato la sala stampa. Eh no! Errore, perché dei premi a disposizione Mahmood non ne riceve nemmeno uno. Incetta di premi solo per Silvestri e Cristicchi, compreso il premio dell’orchestra, come giusto che fosse.
Ma allora chi ha deciso per la vittoria di Mahmood?!
No, mi dispiace non mi consolano i premi della critica conferiti a chi lo meritava. Non mi consola il pubblico in teatro che fischia e grida “Loredana”. Non mi consola che abbia vinto qualcun altro al posto del Volo. Non mi consola che anni fa vinse una canzone che parlava di un piccione. Ah, no. Forse quello un po’ mi consola.
“L’importante è che se ne parli” e allora direi che l’intento è pienamente riuscito, ma forse è un po’ troppo. Di Sanremo se ne parla comunque. Per una settimana si ferma tutto e in qualsiasi canale in tv c’è qualcuno che commenta.
Per cui, sono d’accordo nel voler avvicinare Sanremo ai giovani, ma la vittoria di una canzone musicalmente scopiazzata a destra e a sinistra, con quell’arrangiamento paraculo che la metà sarebbe bastata, con un testo che si ripete in loop e che inserisce l’ossessione di tutti, mi sembra veramente eccessivo.
Ma tant’è. I giochi sono fatti.
Arrivederci al prossimo anno.
Giulia Scirè