Mancano appena 2 giorni all’ 1 febbraio e Marsala non si sente “pronta”.
Questo l’umore raccolto in città, la vox populi che serpeggia, striscia, e che purtroppo, (troppo spesso) non urla ma si limita a commentare nei moderni crocicchi, ovvero i social e i sempiterni (per fortuna) bar. Chiacchiere da bar direte voi, chiacchiere che però dipingono il quadro attuale cittadino senza discostarsi troppo dalla realtà. Confusione. Senso inadeguatezza. Complicazione. Questo emerge leggendo e ascoltando il cittadino medio (e non è una brutta parola) sulla sempre più imminente “nuova” raccolta differenziata, su quella che ci piace definire con un pò di enfasi, l’“ora X”.
Sui social impazzano alcune domande che rivelano il senso di (quasi) frustrazione che attanaglia il marsalese. C’è chi si chiede se occorrerà togliere le etichette di carta dai contenitori per evitare sanzioni pecuniarie e dove bisogna buttare gli involucri delle cialde del caffè, lasciando trapelare lo sconforto di chi vede trasformare (di colpo e senza preavviso) un momento soft come la pausa caffè in un momento pregno di ansia. Esagerazioni, direte voi. Mica tanto. Perchè davvero c’è chi si chiede dove andranno a finire per esempio i sacchetti rossi dati in dotazione dall’Energetika ambiente per metterci dentro l’alluminio, una volta deposti davanti la porta. Lilybeo, pulcherrima urbs, sed ventosa. Bellissima ma ventosa è Marsala già mirabilmente descritta da Cicerone che fu Questore della città. E già il cittadino medio (ma pensante) immagina questi sacchettini rossi sospinti come soffioni, come fiori di tarassaco, (tarakè in greco, bellissimi) dal vento che non dà tregua alla città.
E non può che destare tenerezza e comprensione chi ammette di aver scoperto che, pur credendo di aver fatto bene fino ad adesso e di essersi creduto con orgoglio un cittadino virtuoso, ha scoperto, sfogliando il nuovo depliant, che commetteva errori. Quanta delusione, quanto rammarico nelle brevi,ma significative ,considerazioni del “reo” che a capo chino ammette le sue colpe.
La città, in effetti, ha visto rivoluzionare il precedente assetto di raccolta differenziata a cui, bene o male, si era abituata. E se sono veri ( e noi riteniamo lo siano) i precedenti dati che davano Marsala al quasi 70% di differenziata, inserendola dunque fra i comuni più virtuosi, perché dunque la stessa amministrazione comunale l’ha completamente resettata, annullata, cambiata per partorirne un’altra, di certo più complicata per molti? Cosa ha spinto l’amministrazione comunale a cambiare ciò che la cittadinanza gli riconosceva come un successo? Quale strana alchimia ha indotto a “gettare nella monnezza” ( il paragone ci sta tutto, concedetecelo) un punto a suo favore?
Ma quali sono le complicazioni più evidenti di questa “nuova differenziata che turbano i sonni dei marsalesi?
Innanzitutto, rientrare i mastelli dopo averli esposti sul marciapiedi.
Questa appare alla maggior parte delle persone (in primis femmine pulite e massaie intransigenti) come un valico insormontabile. Come regolarsi? Come e dove collocare il mastello (di certo sporco) in casa? Se si sporcato a causa della pioggia, ad esempio, come farlo passare dal corridoio per raggiungere il balcone e lasciare indenne il pavimento?
Può sembrare una inutile lamentela e invece non lo è. Chi abita in una casa spaziosa, magari con l’androne,può collocare i mastelli (gocciolanti sob) all’interno senza farli passare dalle stanze (con inevitabili impronte del passaggio!) per raggiungere il balcone. Ma chi non ha spazio, dove li mette?
E comunque pare che non entusiasmi nemmeno l’idea di dover tenere i mastelli nell’androne a far bella mostra di sè. Di certo, entrando, non è proprio il biglietto da visita che vorremmo vedere.
Certo, la città pulita, la tutela dell”ambiente, la raccolta differenziata, sono inevitabili impegni che ogni buon cittadino deve prendersi a carico, ma non si poteva studiare meglio un sistema meno complicato?
Forse (azzardiamo anche noi un timido suggerimento dal sapore social) sarebbe stato meglio lasciare il vecchio sistema adottato per le periferie e le contrade dove si erano raggiunte percentuali lusinghiere per la raccolta differenziata e stilare un nuovo sistema per il centro, dove, comunque, il cittadino, poteva sempre recarsi alle isole ecologiche per conferire la propria spazzatura, magari con lo sgravio di cui tanto si blatera.
E invece no. Aspettando l’1 febbraio. Il D- Difference Day. Meno due. Meno male che ancora ci facciamo delle domande.
Tiziana Sferruggia