mercoledì, Novembre 20, 2024
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Per la rassegna Play Piano Play in concerto Giuseppe Urso con Remembering

Continua la nuova rassegna della Fondazione the Brass Group “Play Piano Play”,  una vetrina dedicata allo strumento principe ed ai suoi interpreti ed esecutori dell’Isola, che riprende il titolo di un famoso album dell’artista Erroll Garner. Per le “Musiche del nostro tempo”, giovedì 31 gennaio alle ore 21.00 al Real Teatro Santa Cecilia, si esibirà in una veste del tutto nuova il noto compositore e  batterista Giuseppe Urso con “Remembering” che per l’occasione, da pianista, darà spazio ad interpretazioni di standards  e di pagine musicali inedite. Il suo stile pianistico si fonda sugli stilemi della tradizione afroamericana con i tratti caratteristici del jazz europeo, con una prospettiva visionaria senza mai tradire l’aspetto melodico con rielaborazioni di brani celebri del pop rock insieme agli standard e composizioni originali. Un’autentica chicca sarà dunque ascoltare l’esibizione dell’artista Giuseppe Urso,  impegnato a rievocare gli anni giovanili della sua formazione musicale attraverso una meditata selezione di brani tra i meno battuti di autori come Gary Burton, Pat Metheny, Paul McCandless ed Avishai Cohen.

Docente di Batteria e Percussione Jazz oltre che  Coordinatore del Dipartimento Jazz al Conservatorio di Musica A.Scarlatti di Palermo, Giuseppe Urso, inizia professionalmente all’attività concertistica nel 1985 accompagnando solisti di fama internazionale come Paolo Fresu, Arturo Sandoval, Dave Liebman, Phil Woods, Clark Terry, Diane Schuur, Cedar Walton, Stefano Di Battista, Jack Walrath, Rachelle Ferrell, Vince Mendoza, Michael Torke, Noa, Patti Austin, Toots Thielemans, Rene Olstead, Eumir Deodato, Dave Kikoski, Ernie Watts, Emil Richards, Joe Porcaro, Tigran Hamasyan, Cheryl Porter, Martial Solal, Billy Childs solo per citarne alcuni. Diverse le incisioni discografiche da solista e come sideman. Il suo ultimo lavoro si intitola Shapes ed è stato prodotto dalla giapponese Da Vinci Publishing di Osaka. Per la stessa casa di edizioni è uscito di recente Soli storici per Batteria Jazz, metodo avanzato che sta avendo grande successo in tutto il mondo. Il suo stile pianistico fonda gli stilemi della tradizione afroamericana con i tratti caratteristici del jazz europeo con una prospettiva visionaria senza mai tradire l’aspetto melodico con rielaborazioni di brani celebri del pop rock insieme agli standard e composizioni originali. Scopo della rassegna è scandagliare ogni possibilità tecnico-espressiva del nobile strumento, superando i vetusti steccati di genere e di epoca e illustrandone con dovizia i diversi ambiti stilistici.

Tra gli altri artitisti presenti nel cartellone della rassegna “Play Piano Play, tutti siciliani (ad eccezione del californiano Thollem McDonas) ricordiamo Giuseppe Vasapolli, musicista di risonanza internazionale che con deliziosa autoironia rilegge se stesso in “Kisses kitchens”, con l’eclettico e lirico Diego Spitaleri, specialista di prove solitarie ed anch’egli impegnato a raccontar se stesso, con l’esuberante Riccardo Randisi, perno dell’Orchestra Jazz Siciliana, fresco autore del magnifico album “A waltz for you” e qui impegnato a ricordare le sue canzoni preferite, col frizzante Mario Bellavista, musicista che non disdegna incursioni nel jazz newyorchese, e con Paolo Passalacqua, pianista spesso con la OJS e la cui sobrietà si sposa a grande efficacia. Un atteso ritorno è quello di Bepi Garsia, molto più parsimonioso nelle sue sortite siciliane di quanto non lo sia in quelle oltre Stretto, con un emozionante viaggio che parte da temi poco frequentati scritti da Pino Marcucci per il grande schermo e, toccando la celebre “Rapsodia in blu” di Gershwin, giunge fino a Debussy. Altra chicca è rappresentata dallo statunitense Thollem McDonas (al suo debutto in Sicilia) con l’inedito progetto “Solo piano in the dark”. Pianista acustico, tastierista elettronico, cantante, dj, improvvisatore, attivista politico e artista a tutto tondo, McDonas è costantemente in giro per il mondo e sempre assetato di nuove esperienze, dal free jazz alla post-classica, dal noise al punk,, dalla electro-dance alle colonne sonore cinematografiche e le sue poco ortodosse performance hanno ricevuto grandi elogi perfino dal leggendario guru del minimalismo Terry Riley. L’area classica è ben rappresentata dalle pagine di Ravel interpretate dalla giovanissima Carmen Sottile che già tre anni fa vinceva il primo premio del prestigioso Grand Prize Virtuoso International Competition, esibendosi anche alla Royal Albert Hall di Londra, dalla dedica a Prokofiev  e Shostakovich eseguita dalla giovane Silvia Vaglica e, unica eccezione all’esibizione in solo, dall’ormai affiatato duo costituito da Enza Vernuccio e Carmela Spatafora cui tocca di concludere il cartellone con un percorso nella storia della grande musica americana che va da George Gershwin a Leonard Bernstein.

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