Il Caravaggio rubato 40 anni fa ha sempre appassionato tutti, divenendo una vera e propria icona letteraria nell’immaginario simbolico degli appassioati di opere d’arte.
Forse c’è una svolta nel caso, Arthur Brand, detective olandese specializzato nel recupero di opere d’arte, lancia un appello attraverso “La lettura” del Corriere della Sera: “Oggi l’interesse di tutti è che quel dipinto torni a casa. Per questo mi rivolgo a chi lo possiede in questo momento e lo invito a farsi avanti, anche contattando me, se preferisce, in modo che io possa fare da tramite con le forze dell’ordine e trovare soluzioni affinché gli innocenti non ci rimettano e non si sentano posti sotto accusa”.
In passato si sono susseguite diverse tesi, molte delle quali, tramite testimonianze di alcuni pentiti, avrebbero ricondotto il furto dell’opera di Michelangelo Merisi alla mafia. Addirittura alcuni collaboratori di giustizia avrebbero sostenuto che il dipinto sia stato distrutto, altri che invece lo abbiano visto fino agli anni ’80 in casa di un boss siciliano.
Secondo il detective l’opera sarebbe ancora in Sicilia, non è stata distrutta e dopo essere appartenuta alla mafia adesso si troverebbe a casa di una famiglia siciliana che per, essendo molto scottante, ha paura a costituirsi. Brand rassicura che, laddove lo contattassero, farebbe lui da mediatore tra la famiglia e la giustizia italiana.