Fumo e fiamme che avvolgono la fusoliera, 46 feriti e 4 morti. È il tragico bilancio dell’incidente accaduto all’aeroporto di Birgi, giovedì 20 dicembre alle ore 21,46 per la simulazione di un vero e proprio disastro aereo. Una esercitazione di verifica dei piani di emergenza aeroportuale che periodicamente l’Enac, l’ente nazionale aviazione civile, richiede agli scali.
«Si tratta di prove periodiche che dobbiamo fare per verificare la sicurezza in casi di emergenza – dichiara Michele Bufo, accountable manager di Airgest – . La simulazione di un incidente serve per testare la prontezza e l’efficienza della macchina dei soccorsi».
A causare il tutto, secondo la finzione messa in atto, un guasto idraulico al carrello anteriore, durante la fase di atterraggio di un aereo in arrivo con 54 persone, tra studenti e docenti dell’istituto tecnico Aeronautico di Trapani.
Sulla pista sono intervenuti per primi i Vigili del Fuoco, sia dell’aerostazione sia dell’aeronautica militare, perché tra i due enti è stata stipulata una convenzione proprio per il soccorso in caso di emergenza aeroportuale e, quindi, il presidio della postazione sanitaria aeroportuale, le ambulanze, la polizia e i carabinieri.
La simulazione, completa in ogni dettaglio, ha previsto anche l’arrivo dei parenti dei passeggeri, avvertiti dalle autorità portuali, che una volta arrivati sono stati assistiti dal personale medico e da psicologi.