Questa sera, alle ore 19, prima nazionale a Trapani dello spettacolo “Il caso di una tazza senza Manico”, ispirato al racconto del premio Nobel Heinrich Böll “Il destino di una tazza senza manico”.
Conduzione, testo, regia e progetto scenico sono di Turi D’Anca, anima della compagnia Teatro Di Fuori diPalermo.
“Due anni fa – spiega il regista – è stato siglato un protocollo d’intesa tra il Teatro Di Fuori Onlus e l’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, e sostenuto dal commissario dell’ASP Giovanni Bavetta e dalla responsabile del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp Giovanna Mendolia. Questo atto è il frutto di una reale corrispondenza d’intenti e di azioni su un piano di lavoro comune in seguito avviato dalla compagnia, dal Dipartimento di Salute Mentale e con l’essenziale sostegno delle persone che vi operano a tutti i livelli. Sono stati raggiunti gli scopi prefissi, tra i prioritari, vi erano l’attuazione di Officina Coscienza e la riqualificazione di uno spazio all’interno della cittadella della Salute in sede culturale, aggregativa volto a proporre ed accogliere idee/progetti sociali, culturali, riabilitativi e inclusivi.
Abbiamo creato un gruppo integrato– ha concluso D’Anca – formato da persone con varie disabilità psicofisiche, da professionisti e volontari del sociale che lavora attorno ad un progetto come un atelier teatrale permanente, volto a formare una Compagnia teatrale e un gruppo preparato alla gestione di spazi culturali”.
Lo spettacolo si svolgerà al “Teatro delle Radici”di palazzo Carrubo alla Cittadella della Salute, Viale della Provincia N. 2 a Casa Santa Erice, con ingresso gratuito ad inviti e andrà in replica giovedì 6 dicembre alle 19,00.
Lo spettacolo racconta, attraverso gli oggetti/viventi e una famiglia siciliana contemporanea, una storia sul valore della diversità e dei piccoli affetti del nostro quotidiano. È ambientato a Trapani, nel quartiere popolare di Casa Santa, all’interno di una abitazione appartenente alla famiglia Bevilacqua. In un nucleo famigliare formato da due genitori e una figlia diciassettenne affetta da una disabilità intellettiva legata a problemi sorti durante la gestazione. Tuttavia l’amore dei genitori,Giuseppe impiegato di banca e Miriam commerciante titolare di un piccolo negozietto di oggetti per la casa, ha tramutato quest’apparente handicap in un omaggio alla diversità. La giovane Anna ha un legame affettivo con tutto ciò che la circonda e indistintamente parla con tutti… cose, animali, pianteecc.. Probabilmente la cura e il rispetto della madre per gli utensili, quanto per gli animali ha ampliato questa particolare sensibilità della ragazza per cui nessuno in famiglia e dei conoscenti si meraviglia se parla con l’ambiente che la circonda. Eppure… quando tutti escono dalla casa, il mondo degli oggetti si anima. E così si scopre, partendo da una recente discussione tra coniugi sul rinnovamento degli utensili, in particolar modo su una tazza rimasta senza manico, che ogni collettività ha i suoi peculiari problemi rispetto alla diversità e all’integrazione degli“stranieri”.