Avrebbe fatto “carte false” pur di non far fallire il Palermo Calcio e per questo è stato sospeso per un anno dalla sua attività di giudice. Giuseppe Sidoti, giudice del tribunale di Palermo è stato infatti sospeso per un anno ed è accusato di corruzione, abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio. Queste sono le accuse formulate dalla Procura di Caltanissetta e le indagini si estendono anche sull’attività dell’ex presidente Giovanni Giammarva e del patron storico della squadra, Maurizio Zamparini. Per Giammarva, secondo quanto scrive il quotidiano Palermo Repubblica, sarebbe scattata una misura interdittiva dallo svolgere la sua attività di commercialista. In pratica, il Palermo Calcio doveva fallire e la sentenza con cui il club è stato salvato sarebbe stata pilotata proprio da Sidoti.
Galeotta fu la telefonata intercettata fra Zamparini e l’avvocato del club di calcio rosanero, Francesco Paolo Di Trapani, avvenuta il 13 dicembre dell’anno scorso quando si aspettava il giudizio sul fallimento della società.
“Carissimo avvocato eccomi qua- esordisce Zamparini mentre l’avvocato Di Trapani, continua_ allora, quando le ho scritto stavo uscendo dal Palazzo di Giustizia… mi ha chiamato il giudice che ha in mano la pratica e abbiamo parlato una mezz’ora… devo dire approccio trasparente e tranquillo sereno. Mi dice che ha letto le carte e ha apprezzato le nostre argomentazioni implicitamente facendomi capire che diciamo mooolte ma moolte cose contenute nell’istanza e comunque nella documentazione a sostegno dell’istanza obiettivamente sono ha detto suggestive”.
Si scoprirà ben presto che il giudice in questione è proprio Sidoti, giudice molto apprezzato nel tribunale di Palermo tanto da essere uno dei componenti del collegio del tribunale dei ministri che si è occupato di Matteo Salvini, per il caso della nave “Diciotti” bloccata al porto di Catania con 150 migranti a bordo.
Mentre i pubblici Ministeri indagavano su Zamparini accusato di appropriazione indebita, riciclaggio e falso in bilancio si sono imbattuti in una telefonata fra lo stesso e l’avvocato Di Trapani, il legale della società, che parlava di un colloquio avuto con il giudice Sidoti. Quella telefonata è stata subito trasmessa alla procura di Caltanissetta, il caso è stato affidato alla sostituta procuratrice Claudia Pasciuti. E così è nata l’indagine.