sabato, Novembre 16, 2024
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Frode su bonus cultura, sequestrati beni per 300 mila euro a imprenditore nisseno

La Guardia di Finanza di Caltanissetta, hanno eseguito, il sequestro preventivo di oltre 300 mila euro, nei confronti di una nota società nissena operante nel settore del commercio al dettaglio di apparecchi elettronici e del suo titolare. Il provvedimento è scaturito a termine di una indagine riguardante l’utilizzo del “bonus cultura” riservato ai neo diciottenni. L’attività investigativa delle Fiamme Gialle nissene, ha riguardato dei beni di consumo ceduti dalla società a circa 700 neo diciottenni, hardware, personal computer e smartphone, abbonamenti a cinema, musei, teatri, “buoni” per l’acquisto di libri e per l’iscrizione a corsi di musica e lingue straniere. L’analisi della documentazione acquisita nel corso delle indagini ha permesso di appurare la fittizia descrizione dei beni venduti nelle fatture elettroniche trasmesse al Ministero da parte dell’imprenditore nisseno e di constatare l’assenza, dall’esame della contabilità dell’impresa coinvolta, degli acquisti merceologici indicati nei voucher, consentendo agli utenti il loro indebito utilizzo, come detto, per legge dedicati alla fruizione di beni e servizi riferiti ad attività culturali. L’attività investigativa, condotta nell’ambito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, ha così consentito di far emergere la configurazione del reato di “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” a carico del legale rappresentante della società, in concorso con la moglie convivente, disponendo l’applicazione della misura cautelare reale del sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni in possesso della società e  dell’imprenditore, sino al soddisfacimento dell’intero ammontare indebitamente percepito. I 700 neo diciottenni, quali utilizzatori del “bonus cultura”, con la registrazione al portale del Ministero e la successiva conseguente richiesta di emissione del voucher con l’indicazione di un bene o servizio diverso da quanto poi effettivamente acquistato, si sono comunque resi responsabili del medesimo titolo di reato, estinguibile, a seguito della depenalizzazione di cui alla L. 689/91, con sanzione amministrativa.

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