Il Teatro Libero e il Teatro Biondo di Palermo hanno siglato un protocollo di intesa che li vedrà collaborare nel prossimo triennio all’ideazione, promozione e organizzazione di spettacoli, iniziative ed eventi diversi. Per la prima volta, il maggiore teatro pubblico di prosa della città, diretto da Roberto Alajmo, e il centro di produzione tra i più longevi e importati d’Italia, fondato nel 1968 da Beno Mazzone e diretto dal figlio Luca, sotto l’egida del Comune di Palermo lavoreranno su progetti comuni con lo scopo di incrociare pubblici diversi, con particolare attenzione verso le periferie e le fasce più svantaggiate, e di promuovere la nuova drammaturgia riflettendo sui diversi aspetti del teatro contemporaneo.
«Sono molto felice che anche a Palermo si possa iniziare una fruttuosa collaborazione tra il Teatro Biondo, Stabile pubblico della città e oggi TRIC, e il Libero, centro di ricerca e produzione teatrale riconosciuto dal Mibac da oltre quarant’anni – afferma Luca Mazzone –Questa collaborazione è un punto di partenza che spero possa dare alla città più opportunità e un modo nuovo e diverso di intendere il rapporto tra teatro d’arte e comunità».
«È sicuramente un primo passo – spiega Roberto Alajmo – ma in una dimensione diversa, che nei prossimi tempi sarà tutta da esplorare, con sinergie sempre più strette. Questo, intanto, vuole essere un omaggio del Teatro Stabile e del Comune di Palermo all’attività del Teatro Libero, che per mezzo secolo ha saputo resistere ad avversità di ogni tipo approdando a una stagione particolarmente felice della città, specialmente in ambito teatrale».
Il sindaco Leoluca Orlando esprime con queste parole il suo apprezzamento per l’iniziativa: «La collaborazione di Teatri riconosciuti come Centri di produzione dal Mibac a Palermo è un segnale della volontà di costruzione della comunità teatrale cittadina, che costituisce missione di ogni Teatro e in particolare del Biondo Teatro Stabile della città».
Il primo segno tangibile di questa collaborazione è la coproduzione dello spettacolo GI GAN TI tratto da I giganti della montagna di Luigi Pirandello e diretto da Lia Chiappara, che debutta venerdì 12 ottobre al Teatro Libero, con repliche il 13, 19 e 20. GI GAN TI propone l’idea profonda di teatro come “arte” non impossibile, ma fragile e precaria, perennemente in bilico fra gli impulsi dell’invenzione fantastica e le risorse dell’abilità pratica.
A partire dalle suggestioni del testo pirandelliano, il lavoro prova a esplorare il problema dell’autonomia dell’arte, condizione da sempre vissuta da ogni “artista”, non senza lacerazioni e contraddizioni.
Nelle prossime settimane i due teatri saranno impegnati nell’organizzazione di un’importante giornata di studi, che si terrà a dicembre, dal titolo Un teatro al confine. Prendendo spunto dai cinquant’anni di attività del Teatro Libero, studiosi, critici, operatori saranno inviati a riflettere sul senso del fare teatro in un territorio periferico, un teatro al confine ma al centro dell’Europa, sull’importanza e il ruolo della scena indipendente nei processi di divulgazione e di formazione del pubblico.