Un raid vandalico ha danneggiato il centro antiviolenza intitolato a Lia Pipitone, la giovane donna uccisa 35 anni fa a Palermo su ordine dato dal padre mafioso che non apprezzò la storia extraconiugale che Lia aveva intrapreso con un suo parente. Lia Pipitone venne uccisa 35 anni fa e l’omicidio venne camuffato con una finta rapina finita male. Ignoti hanno danneggiato il comando della saracinesca esterna della struttura di via Persano. Il centro antiviolenza si occupa di assistenza e sostegno alle donne in difficoltà. In particolare offre consulenza sociale, psicologica e legale alle vittime di violenza, avviando percorsi di elaborazione del trauma e di uscita dalla violenza, individuale e di gruppo, e percorsi di empowerment. Il Centro Antiviolenza Lia Pipitone è un “luogo protetto” in cui vengono accolte donne italiane e straniere e i loro figli, che chiedono aiuto perché subiscono o hanno subito una qualsiasi forma di violenza di genere (fisica, psicologica, sessuale, economica, morale e stalking da parte del partner, ex partner o da membri della famiglia o estranei.
Tiziana Sferruggia