Peppe Servillo non è solo un cantante: è più di questo. E’ anche questo ma è molto di più. Servillo è sopratutto un attore, un interprete, una maschera napoletana che ride, schiamazza, piange, ammicca, rintuzza, sorprende e spiazza. Assistere alle sue performances è un’esperienza, un volo, un salto, un planare nell’abisso e sfiorare il dramma, arridere della farsa ed illudersi bevendo l’amaro calice della vita. Lo spettacolo di ieri 5 settembre nell’area del Parco Archeologico di Marsala meglio nota come il Decumano Massimo e, meglio ancora, ( per gli archeologi studiosi) come “Plateia Aelia” ha coinvolto e sconvolto il pubblico, trascinandolo in un viaggio tutto napoletano dove allegria e stupore e dolore e malinconia si mescolano senza soluzione. Peppe Servillo, mattatore eccentrico e l’orchestra dei Solis String Quartet sono stati magnifici. Magnifici. In questa parola c’è tutto. Potenza, raffinatezza, garbo, ricercatezza ed esperienza. Sono stati perfetti, ecco. Un repertorio classico mirabilmente interpretato da Servillo che ha saputo renderlo quasi “personale”, interpretandone modi e tempi con uno stile impeccabile, “sostenuto” da 4 musicisti di tempra e fama come Vincenzo Di Donna al Violino, Gerardo Morrone alla Viola, Luigi De Maio al Violino e Antonio Di Francia al Cello. E poi, ( occorre dirlo?) ogni parola cantata da Servillo è posseduta, amata, odiata, espulsa, vezzeggiata e poi ancora irrimediabilmente trovata e persa al contempo.
E la magia di un cielo viola, in un tardo crepuscolo di fine estate che sovrastava sereno la “strada romana” alle spalle degli artisti resta nella memoria che non ancora appagata, cerca altri dettagli, li pretende quasi.
Il sindaco Alberto Di Girolamo, il direttore del Polo museale della provincia Luigi Biondo, l’assessore ai beni Culturali Sebastiano Tusa, il deputato regionale Eleonora lo Curto, hanno parlato di “evento inaugurale”, di preludio alla (speriamo) prossima apertura quotidiana al pubblico dell’Area Archeologica, fortemente voluta e fortemente promessa da tutti e da tempo. Impeccabile l’organizzazione dell’Ente luglio Musicale Trapanese che grazie alla vulcanica e capace personalità del suo direttore artistico Giovanni De Santis, è diventata una consolidata realtà culturale del nostro territorio.
Tutto nuovo dunque? Ma quando mai. Semmai un meraviglioso “ritorno” nell’attualissimo passato.
Tiziana Sferruggia