“La cultura, oltre a nutrire la mente, fa girare l’economia. E’ ora che i nostri amministratori lo capiscano”.
Parola di Nicasio Anzelmo, deus ex machina della lunga kermesse estiva in scena e di scena al Teatro Antico di Segesta. Attore e regista, con già una lunghissima carriera alle spalle, il volitivo direttore artistico delle Dionisiache ha le idee chiare e il piglio del combattente e ce lo ha dimostrato anche in questa lunga intervista che ci ha concesso nella breve pausa fra una prova e l’altra dello spettacolo che, a partire da giorno 16 agosto e fino al 19, metterà in scena e che porta la firma della sua ineffabile regia. Si tratta di “Mostellaria“, la divertente commedia di Tito Maccio Plauto di cui lo stesso Anzelmo ha curato l’adattamento scenico.
Da 4 anni sei al comando di un festival che è cresciuto negli anni, raggiungendo lusinghieri risultati, vuoi raccontarci come e quando è iniziata la tua avventura a Segesta?
“Mi sento figlio di questi luoghi e in pratica è proprio qui che sono nato, fra queste atmosfere che hanno il respiro dei secoli, fra queste magiche pietre che conservano e tramandano, la Storia scritta nel nostro DNA. Quattro anni fa, come hai detto bene, presentai la mia candidatura per un posto di Direttore Artistico al Teatro Antico di Segesta. Vinsi il bando indetto dal Comune di Calatafimi Segesta ed eccomi qua. Il festival era quasi fermo da 2 anni e da altrettanto tempo annaspava in una situazione di crisi. Arrancava insomma e devo dire che con noi è iniziata la sua piena attività. In tre anni, ( il quarto anno è ancora in corso) l’abbiamo fatto diventare un appuntamento importante dell’estate in provincia di Trapani.
Parlaci di questi dati lusinghieri, la gente ama i numeri si sa
“Guarda, in tre anni abbiamo raddoppiato il numero degli spettatori paganti e presenti agli spettacoli e abbiamo più che raddoppiato gli incassi delle due edizioni precedenti. Le Dionisiache sono un festival che è cresciuto a livello esponenziale sopratutto grazie alla formula vincente fortemente voluta dal sindaco Vito Sciortino e dai suoi collaboratori”.
Di che formula si tratta?
Parlo del coinvolgimento in toto della città di Calatafimi Segesta. E’ stata geniale ed efficace l’idea dell’Amministrazione di creare i laboratori artistici. Con queste cosiddette residenze creative, le compagnie teatrali vengono qui a Segesta a costruire lo spettacolo spesso realizzato in tempi diversi. C’è chi lo costruisce qui di sana pianta, chi invece arriva a spettacolo fatto e realizza in loco le ultime significative prove. Pensa che negli ultimi 2 anni abbiamo avuto un massiccio aumento di presenze in città. Si tratta di attori, registi, costumisti, addetti allo spettacolo. Posso darti per certi i dati delle ultime edizioni. Nel 2015 ci sono stati a Calatafimi oltre 3000 pernottamenti in un mese, da luglio ad agosto. Nel 2016 il dato è stato riconfermato e lo stesso valo per il 2017. Immagina l’impatto sull’economia del comune. Merito di questa brillante idea ma anche di questa unione simbolica che si è creata fra i cittadini di Calatafimi che sono di una gentilezza straordinaria e gli attori i quali a loro volta si sentono a casa, accolti e benvoluti. Abbiamo ospitato compagnie teatrali che proprio a Segesta hanno messo in scena le cosiddette “prime”, compagnie di artisti che hanno debuttato qui, in questo luogo magico, ricevendo una sorta di buon viatico, la benedizione per proseguire, per esibirsi nel resto della Penisola. Ancora oggi girano per l’Italia spettacoli che hanno debuttato a Segesta nel 2015.
Abbiamo dato impulso alle giovani compagnie che hanno trovato qui l’armonia necessaria e la concentrazione per fare bene. Sono contento di queste soddisfazioni. Le compagnie ambiscono ad esibirsi a Segesta. Non siamo soltanto un punto di partenza ma anche un punto d’arrivo”.
A proposito di soddisfazioni, ci vuoi parlare di quelle avute recentemente, numeri alla mano a parte?
Recentemente il Ministero dei Beni Culturali ha riconosciuto il nostro lavoro e il nostro impegno elargendo un contributo pari a 26 mila euro che non è molto ma che per noi rappresenta un riconoscimento che ci spinge a fare sempre di più. E te lo dice chi, ogni anno, ogni giorno, fa i salti mortali per far quadrare i conti. Mi faccio in quattro con soldi che non ho.
Ventiseimila euro non risolvono tutti i nostri problemi di bilancio ma ci hanno inorgogliti. Su 70 domande ne sono state accolte 25 e noi siamo fra queste. Il nostro Festival, dopo 50 anni, è riuscito ad ottenere questo piccolo ma significativo contributo. Siamo stati caparbi e capaci. Merito dei nostri spettacoli di qualità .
Cosa è per te il Teatro Antico di Segesta?
“Segesta è per me un Santuario. E’ un teatro bellissimo. Credo sia l’unico in Italia con queste caratteristiche che lo rendono famoso oltre che magico. Ha una struttura architettonicamente perfetta, una caveam straordinaria. Può contenere 1700 persone e il fatto che il Teatro si erga in senso verticale, consente un’acustica perfetta e una magnifica visione da ogni prospettiva. Io sono nato artisticamente qui, esordendo proprio con la Mostellaria, ovvero la Casa del Fantasma, commedia plautina che, nuovamente trasformata, debutterà il 16 agosto. Grazie a Michela Latona e all’allora sindaco di Calatafimi Segesta, Nicolò Cristaldi, che credettero in me, iniziò la mia carriera di regista. Come vedi, per me Segesta, è tutto”.
Che problemi ha il festival?
“Allo stato attuale ci auto manteniamo. Il Festival vive dei propri incassi. Devo dire doverosamente grazie al Parco Archeologico. Quest’anno, senza la volontà del Parco, le Dionisiache non ci sarebbero state. In modo particolare devo ammettere che c’è una ferrea volontà a continuare, volontà che ho riscontrato in Rossella Giglio, nuovo direttore del Parco. Con lei spero di fare grandi cose, di programmare per tempo, ad esempio, gli spettacoli contattando già a febbraio le compagnie. In questo modo, agendo d’anticipo, ci assicureremo i grandi nomi. Anche senza l’intervento di Vincenzo Tumminia, alla segreteria tecnica, che ha creduto nel progetto e anche degli altri direttori che si sono succeduti, tutto questo non sarebbe successo. E’ merito di una perfetta sinergia”.
Eppure c’è qualcosa che non va, non è vero?
“C’è un calo di turisti in tutta la provincia che fa tremare i polsi. La crisi dell’aeroporto di Birgi e la mancanza di voli Ryanair ha avuto ripercussioni su tutto il territorio. Anche Segesta subisce quest’assenza. Immaginate quanti visitatori in meno anche al Parco Archeologico. Per fortuna, in questi ultimi giorni, intorno a Ferragosto, abbiamo avuto i numeri dei bei vecchi tempi. “Miles Gloriosus” di Plauto, con Tuccio Musumeci, ha sbancato. Un pubblico magnifico, delle grandi occasioni, quello che ogni attore si augurerebbe ad ogni messa in scena. Una politica cieca, una mala gestio ci penalizza. Come fanno a non rendersi conto del bene, della bellezza che ci circonda, dello spettacolo nello spettacolo in cui siamo immersi? Dovrebbero metterci nelle condizioni di lavorare bene. A che serve l’impegno di tanti professionisti se poi non arrivano i turisti?”
La Sicilia è penalizzata da tante cose, paghiamo lo scotto della politica disimpegnata ma anche di realtà fisiche oggettive.
“Già! Siamo lontani da tutto. Anche per una compagnia romana raggiungerci comporta costi notevoli. Serve l’aereo, la nave, l’auto. L’Italia è lunga e noi siamo alla punta estrema della Sicilia. Chi viene qui lo vuole fortemente, lo vede quasi come un privilegio”.
Intanto ricordiamo l’appuntamento per giovedì 16 agosto quando andrà in scena Mostellaria, spettacolo da te diretto. Chi sono gli interpreti?
Roberto Baldassarri, Roberto Carrubba, Giovanni Carta, Simone Coppo, Giovanni Di Lonardo, Nicolò Giacalone, Cinzia Mirasolo, Roberta Rigano e Alessia Sorbello”.
Nicasio Anzelmo, sei anima delle Dionisiache e sai quanto sia difficile il mestiere del teatro, un mestiere che non può concedersi pause. Tutto è sempre un divenire, un lungo itinerario fatto di mete, di tappe più o meno gratificanti, cosa ti auguri?
“Lavorare come ho fatto finora, dando sempre il meglio e confidando nell’impegno anche di chi vorrà aiutarci per far continuare nel tempo gli spettacoli a Segesta, il Santuario del Teatro”.
Tanti e tutti veri sono i problemi che assillano questo Festival culturalmente una pietra miliare del panorama artistico. Quest’anno, poi, per arrivare ed assistere agli spettacoli al Teatro Antico, occorre munirsi di pazienza.
Il parcheggio adesso dista un km e mezza dalla biglietteria. Una volta arrivati bisogna lasciare l’auto e salire su un autobus. Una volta giunti al chioschetto dei tickets occorre aspettare per salire su un altro autobus che ci accompagnerà su, al Teatro. E per ridiscendere, stessa storia, un oscillante su e giù con altre navette. Questa “giostra”, di certo, non incentiva gli spettatori. Non potevamo, da attenti fruitori degli spettacoli, non segnalarlo. Confidiamo in un nuovo adattamento e in una nuova organizzazione che semplifichi piuttosto che complicare
Tiziana Sferruggia