Giuseppe Salvatore Riina, detto “Salvo”, figlio del defunto Totò, capo dei capi di Corleone, potrà allontanarsi dal regime restrittivo a cui finora è stato sottoposto, una casa lavoro per detenuti. La decisione è stata presa per premiare la buona condotta del rampollo del boss, già condannato per associazione mafiosa, il quale ha già scontato 5 anni di carcere a Padova.
Lo scorso novembre però, gli investigatori, avevano scoperto che Riina junior, la mattina collaborava con una cooperativa e la sera frequentava pregiudicati e tossici. In quella occasione gli erano stati revocati i benefici della sorveglianza speciale ed era stato spedito proprio in questa casa lavoro, a Vasto, in provincia di Chieti, da dove adesso, potrà allontanarsi.
Come si legge sul Corriere della sera, Riina jr adesso ha ottenuto dal giudice la possibilità di trascorrere una giornata fuori dalla struttura detentiva. “Le sue prime 24 ore di libertà le ha quindi consumate di una comunità della zona, per poi tornare regolarmente nella casa-lavoro”, scrive il quotidiano. Ma sarebbe solo il primo passo. “A settembre presenterò una richiesta di revoca della misura – assicura al Corriere il suo avvocato, Francesca Casarotto – proprio perché, con il comportamento tenuto in questi mesi, Salvatore ha dimostrato di aver imparato dai propri errori e di essere pronto a tornare libero”. “Salvo ha superato i problemi di droga – continua l’avvocato – e il suo comportamento è stato irreprensibile. Per questo nelle scorse settimane ha potuto godere del primo permesso premio”.
Tiziana Sferruggia