Per difetto di motivazione riscontrato dai giudici del riesame, erano tornati in libertà. Erano state dunque annullate 13 misure di custodia cautelate riguardanti alcuni presunti affiliati di cosa nostra nostra agrigentina e palermitana finiti nei guai con l’operazione antimafia “montagna”. A febbraio si erano dunque aperte le porte del carcere dato che secondo i giudici del riesame, il gip, si era limitato a fare copia e incolla della richiesta di arresto depositata dai pm. La Cassazione, nei giorni scorsi ha rigettato questa motivazione ed è scattato stanotte il blitz contro le cosche della provincia e che ha portato agli arresti dieci boss più un obbligo di dimora per un undicesimo indagato.
Il blitz, ordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è scattato nel cuore della notte con l’ausilio di un elicottero, di unità cinofile e dello Squadrone Eliportato carabinieri cacciatori di Sicilia.
Ad incastrare i presunti boss le nuove dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha iniziato a dare il suo contributo proprio dopo essere stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Montagna”.
Dalle sue dichiarazioni sono emerse le illecite condotte criminali del gruppo mafioso e le estorsioni perpetrate ai danni di sette società appaltatrici di opere pubbliche.
Dopo il blitz “Montagna”, per la prima volta, decine di commercianti e imprenditori della provincia per anni vittime del racket, hanno iniziato a collaborare con gli inquirenti facendo nomi e cognomi degli esattori del pizzo. In quell’occasione sono finiti dietro le sbarre 57 affiliati fra boss e gregari, prestanomi ed esattori del pizzo. Sono tornati in cella
Antonino Vizzì, 63 anni, ritenuto reggente della famiglia di Raffadali; Vincenzo Pellitteri, 66 anni, ritenuto reggente della famiglia di Chiusa Sclafani; Franco D’Ugo, 52 anni, ritenuto appartenente alla famiglia di Palazzo Adriano; Giovanni Gattuso, 62 anni, ritenuto reggente della famiglia di Castronovo di Sicilia; Vincenzo Cipolla, 56 anni, ritenuto appartenente alla famiglia di San Biagio Platani; Raffaele La Rosa, 59 anni, ritenuto appartenente alla famiglia di San Biagio Platani; Raffaele Salvatore Fragapane, 40 anni, ritenuto appartenente alla famiglia di Santa Elisabetta; Luigi Pullara, 54 anni, ritenuto esponente di vertice della famiglia di Favara; Angelo Di Giovanni, 46 anni, ritenuto appartenente alla famiglia di Favara e Giuseppe Vella, 37 anni, ritenuto appartenente alla famiglia di Favara.“