Trentotto anni. Questo il tempo trascorso da quel fatidico 27 giugno 1980 quando il volo IH870, partito da Bologna con 2 ore di ritardo, rispetto alle ore 18 previste dal terminal e diretto a Palermo, scomparve dai radar e precipitò nel mar Tirreno antistante l’isola di Ustica. All’alba del 28 giugno vennero trovati i primi corpi delle 81 vittime, 77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio. Non ci furono superstiti e da allora, il mistero sulla vicenda, ha assunto toni sempre più fitti. L’aereo volava ad un’altezza di circa 7.500 metri e il comandante Domenico Gatti aveva comunicato il suo prossimo arrivo parlando con “Roma Controllo”. Del mancato arrivo dell’aereo a Punta Raisi, avvisò il centro operazioni della Difesa aerea di Martina Franca (Taranto), il centro radar di Marsala. Alle 21 e 30 circa partirono le ricerche coordinate dal Rescue Coordination Centre di Martina Franca Furono allertati diversi centri dell’aeronautica, della marina militare e delle forze Usa. Alle 21.55 decollarono i primi elicotteri per le ricerche.