L’ex Pubblico Ministero Antonio Ingroia ha avuto revocata la scorta a maggio. Fino a quel momento la sua tutela consisteva nella presenza di due poliziotti e di un’auto non blindata per i suoi spostamenti.
«Ho saputo che mi toglievano qualsiasi forma di tutela da una lettera, nessuno mi ha consultato». Così ha commentato l’ex magistrato che con amarezza ha sottolineato anche il suo impegno contro la mafia e ha anche ricordato i pesanti apprezzamenti di Riina, intercettati in carcere oltre ai propositi d”farlo fuori” rivelati dai due collaboratori di giustizia D’Amico e Marino, un ex mafioso e un ex ndranghetista.
Dopo il provvedimento dell’Ucis, l’ufficio centrale interforze per la sicurezza, Ingroia ha scritto a Minniti.
«Due giorni fa mi hanno comunicato che il comitato per l’ordine e la sicurezza di Palermo ha deciso una forma di vigilanza, che ritengo abbastanza inutile. Quando esco da casa, verrà una volante a fare un controllo, poi andrò via da solo. E i mafiosi saranno liberi di muoversi. Dopo 27 anni di vita sotto scorta e di pesanti condanne ottenute per i boss mi tocca questo. Ma non sono preoccupato – dice ancora Ingroia- tutte le mie preoccupazioni le ho però espresse nella lettera che adesso ho inviato anche al nuovo ministro dell’interno Salvini».