L’indagine che ha portato al processo, coordinata dalla DDA di Palermo, è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Monreale e dalla compagnia di Corleone e ha colpito il mandamento mafioso di Corleone e delle famiglie di Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano. Grazie a queste indagini, è stato possibile risalire i nuovi assetti del clan corleonese che gestiva i rapporti con le cosche vicine.
La Corte d’Appello di Palermo ha confermato le condanne inflitte in primo grado a sei mafiosi di Corleone. Quindici anni sono stati inflitti a Rosario Lo Bue, capomafia di Corleone che ha ereditato il ruolo di capo sostituendo Totò Riina. Sei anni e otto mesi sono andati a Pietro Pollichino, nove anni e otto mesi a Vincenzo Pellitteri, (la sua pena è stata lievemente ridotta rispetto al primo grado), otto anni e otto mesi Salvatore Pellitteri, 43 anni, nove Roberto Pellitteri e Salvatore Pellitteri di 26 anni.
Secondo l’accusa, Rosario Lo Bue, 75 anni, ufficialmente faceva il pastore, mentre guidava il mandamento che fu di Riina e Provenzano. Secondo i carabinieri di Monreale, era un capomafia all’antica capace di mantenere gli assetti