Un vino spumante da uve di Grecanico Dorato prodotto con metodo Charmat, e che- anche grazie ad una fermentazione di quarantacinque giorni- si presenta fresco, profumato, elegante, con una buona acidità. È questo 1508, il primo vino spumante delle Cantine Paolini, fresco fresco anche di debutto, dato che è stato presentato proprio pochi giorni fa in occasione del Vinitaly 2018, a Verona.
«Ci piace definire 1508 una “bollicina di Sicilia – spiega il Presidente della Paolini, Gaspare Baiata – dato che è prodotto dalle uve dorate di Grecanico, vitigno autoctono siciliano». «Nei cinque anni cui abbiamo lavorato alla realizzazione di questo vino – continua – l’impulso che ci ha spinti è stato quello di creare una valida alternativa, tutta siciliana, al popolare Prosecco, e pensiamo di aver centrato a pieno il nostro obiettivo. La nostra volontà di valorizzare la “sicilianità” traspare poi anche dai nomi che diamo ai nostri vini. 1508, in particolare, è l’anno in cui entrò in funzione la prima salina a Marsala».
Alla più grande manifestazione del vino, questo spumante tutto siciliano è stato molto apprezzato.
«Il primo banco di prova- racconta Vincenzo Angileri, direttore vendite- è andato più che bene: A questa 52esima edizione del Vinitaly, 1508 è stato gradito soprattutto dai giovani consumatori, ma anche dagli appassionati degustatori. Molto richiesti i vini prodotti con altre varietà autoctone, come il Frappato, il Grillo, il Nero d’Avola e l’Insolia, e sono piaciuti anche quelli prodotti con varietà alloctone. Il nostro bilancio è più che positivo».
«Noi di Cantine Paolini– continua Angileri- abbiamo sempre creduto nel valore dei vini siciliani. Importante è farli conoscere, e per farlo è necessario lavorare in sinergia: cooperative ed aziende private, se uniscono forze e idee, insieme possono conquistare vecchi e nuovi mercati. In questo senso, la storia del Prosecco italiano insegna: nel giro di pochi anni quello che era definito un prodotto di qualità mediocre è riuscito a diventare un brand ricercato e consumato da milioni di persone, capace di superare persino i consumi di Champagne e del rinomato Franciacorta».
«L’agricoltura, e in particolare la viticoltura- conclude Baiata- è una grande risorsa del nostro territorio, non possiamo perdere l’opportunità di trarne il meglio. Da qui, da questo settore, la provincia di Trapani e la Sicilia tutta, possono ottenere grandi successi. È questo un sogno che, secondo noi, può essere realizzato e coordinato dalla Doc Sicilia, che ormai raggruppa la maggior parte delle aziende vitivinicole siciliane, e che ha forza e competenza per raggiungere traguardi importanti».
Pamela Giampino