CHI è 1508:
Uno spumante brut dalle bollicine “tutte siciliane”, il primo della Sicilia ad essere prodotto con le uve del vitigno autoctono Grecanico Dorato. Un vino fresco ed elegante allo stesso tempo, di bassa gradazione alcolica, dai colori brillanti, molto profumato. Ideale – in vista della stagione estiva – per una cena in riva al mare.
Perché il nome 1508?
Il forte legame di Cantine Paolini con la terra dove nascono i suoi vigneti e con le tradizioni del suo territorio, traspare anche dai nomi che dà ai vini di sua produzione. 1508, in particolare, è l’anno in cui l’ordine monastico dei Paolotti avviò la coltivazione delle vigne negli stessi luoghi dove oggi sorgono alcuni vigneti della cantina. Il 1508 è inoltre l’anno in cui a Marsala nacque la prima salina, e con essa quella “cultura del sale” che ancora oggi rappresenta uno degli aspetti peculiari dell’identità territoriale.
Gaspare Baiata, Presidente di Cantine Paolini, come nasce il progetto di 1508?
Chi conosce Cantine Paolini sa bene che la nostra cantina punta ad un’evoluzione continua: intraprendere sempre nuove sfide che possano farci crescere come realtà vitivinicola è il tratto più rappresentativo dell’identità di Cantine Paolini. 1508, in particolare, è un progetto a cui lavoriamo da circa cinque anni, con l’obiettivo di creare un prodotto nuovo nel mercato, che però continuasse a rispettare quella sicilianità cui siamo tanto fedeli. Da qui la scelta delle uve di Grecanico Dorato, vitigno autoctono siciliano, espressione della nostra terra e del nostro microclima.
Un vitigno che ha fatto anche un po’ la storia della nostra cantina: il primo vino ad essere imbottigliato in Cantine Paolini è stato infatti prodotto proprio con uve di Grecanico Dorato, che è così chiamato dai vignaioli per il suo grappolo composto da tanti piccoli acini dorati.
Vincenzo Angileri, Direttore Commerciale di Cantine Paolini, come mai la scelta di passare alle bollicine?
In realtà non si tratta di un cambiamento di rotta nel mercato, ma della semplice volontà di rendere più completa la nostra gamma di prodotti. La sicilianità è sempre la ragione d’essere delle Cantine Paolini, tanto che 1508 è una vera e propria “bollicina di Sicilia”, prodotta con uno dei più antichi vitigni autoctoni siciliani.
Abbiamo sempre apprezzato il prodotto spumante, soprattutto per la sua versatilità, dato che è sia un prodotto d’aperitivo che a tutto pasto, e abbiamo voluto crearne uno tutto nostro.
Dalla volontà di coniugare bollicine e sicilianità è venuto fuori un prodotto di ottima qualità, da servire nei migliori
ristoranti, wine bar, enoteche, e sale banchetti per uno special event.
Pietro Montalto, enologo delle Cantine Paolini, perché la scelta del vitigno Grecanico Dorato, e non di altri vitigni siciliani come il Grillo, il Catarratto o l’Insolia?
Nei cinque anni in cui abbiamo lavorato al progetto di 1508 abbiamo fatto diverse prove con differenti vitigni. Alla fine la scelta è ricaduta sul Grecanico Dorato, perché dalla lavorazione delle sue uve viene fuori un vino fresco e molto profumato, dal colore giallo paglierino brillante e dalla bassa gradazione alcolica, caratteristiche perfette per la produzione di un ottimo spumante.
Giusi Rizzotto, responsabile Marketing Cantine Paolini, perché – secondo lei – questo vino sarà apprezzato anche all’estero?
Le bollicine italiane sono sempre molto apprezzate, e questo è un prodotto davvero nuovo, molto particolare, che secondo noi susciterà interesse e attenzione. Questo Vinitaly sarà il primo banco di prova: non vediamo l’ora di recepire le considerazioni di chi lo assaggerà, soprattutto quelle degli importatori stranieri. I nostri primi tester saranno sicuramente i nostri “vicini di casa”, ovvero i nostri amici di Malta, e i nostri amici tedeschi, poiché la Germania rappresenta da sempre uno dei più importanti mercati stranieri.
Perché la scelta di un’etichetta e di una capsula color cobalto per 1508?
Il cobalto è per noi di Cantine Paolini il c-olore dell’anno, è quello del nostro cielo e del nostro mare, è un colore perfetto per un vino dell’estate.
Pamela Giampino
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