A distanza di un anno dall’ultimo coordinamento comunale convocato dal segretario locale del PD, Francesco Brillante, la dirigente del PD trapanese, l’avvocato Sabrina Giudici, che ha sempre portato avanti con discrezione, serietà e responsabilità il suo ruolo, intende esternare per la prima volta le considerazioni che fanno seguito alla condizione del PD trapanese e al comportamento dell’autorevole esponente di partito, tesserato, Pietro Savona che ha presenziato a diversi incontri con vari gruppi civici, fra cui Cives, e ad un tavolo “tecnico” in cui hanno partecipato quasi tutti i movimenti, a conclusione del quale ha preso l’impegno di far confluire su questo nuovo progetto le anime del Pd senza aver mai ancora interpellato il partito. Non si tratta di una critica, quella espressa da Sabrina Giudici, ma di un richiamo a procedere nell’ottica di una condivisione che è frutto della sua esperienza maturata in ambito territoriale, che le ha permesso di conoscere le dinamiche interne al gruppo e di arrivare alla considerazione per cui eventuali accordi di coalizione andrebbero prima concordati col partito a cui si appartiene e soltanto dopo proclamati. “I recenti risultati nazionali devono servire da spunto per ricompattare tutte le anime del centrosinistra, in un progetto di ampio respiro, che coinvolga le migliori risorse – dichiara la Giudici – l’obiettivo è quello di rilanciare un territorio distrutto che necessita interventi essenziali immediati”. Parole che vogliono essere un vero e proprio appello al confronto, affinchè il Pd non sia un partito gestito secondo interessi personali e in maniera individualistica, ma secondo regole che lo identifichino e lo definiscano come una realtà politica che opera in maniera compatta, a sintesi di tutte le espressioni di cui si avvale e capace di portare risultati alla comunità.
«La disaffezione ai partiti comincia proprio da certi atteggiamenti oligarchici che suscitano il malcontento degli elettori e di chi ne fa anche parte che, di conseguenza, diventano cavallo di battaglia di certe, disorganizzate, rappresentanze politiche. Sono questi i motivi che possono far allontanare chi, come me, è sempre stata impegnata attivamente nella politica territoriale del Pd e ne promuove le linee programmatiche » – spiega la Giudici, in riferimento ad una sua distanza che era già stata ventilata mesi fa ma soppiantata, poi, dagli impegni per le campagne elettorali che si sono susseguite. La dirigente del pd trapanese rivolge un invito diretto al suo segretario comunale perché possa ridare orgoglio ad un partito già troppo disorientato, riunendo tutte le forze e strutturando un percorso vincente e democratico, avvalendosi degli strumenti di democrazia partecipata, come le primarie. È il momento di far ordine, rispettare le regole e i ruoli, nonché impegnarsi ad ascoltare i bisogni della gente e tramutarli in garanzia per tornare a rivivere la propria città.