“A pensar male a volte ci si azzecca” e sopratutto “chi fa da sé fa per tre”. Non è un’esercitazione ai proverbi, né uno scontato ritornello di luoghi comuni sciorinati da sfaccendati a corto di idee ma la premessa, per meglio dire l’incipit, di una storia realmente accaduta a Marsala, dove, il protagonista di una assurda vicenda, è un condomino proprietario di un appartamento al secondo piano situato all’interno di un palazzo in centro. Il “nostro” condomino ha scoperto di essere stato a suo avviso, raggirato per anni, ovvero indotto a pagare somme all’amministratore del condominio, sia per la manutenzione ordinaria che per quella straordinaria, ben superiori a quelle versate dai vicini di casa abitanti però nei piani alti dello stabile.
Se ne è accorto quasi per caso, in occasione del rifacimento del prospetto. La sperequazione fra la somma addebitata a lui, abitante al 2° piano rispetto a quella prevista per i condomini del 5° e del 6° saltava agli occhi.
É stato così che, armato di santa pazienza, si è messo a fare dei calcoli, ha riformulato le tabelle millesimali ed è venuto a capo (sebbene sempre ostacolato dall’amministratore ostico e dagli altri condomini interessati) di una spinosa faccenda ottenendo alla fine ragione dal mediatore Walter Renda dell'”arbitrato e conciliazioni di Marsala”, ovvero la Camera di Conciliazione. Adesso che è tutto finito, ha deciso di raccontare alla nostra redazione la sua vicenda, testimoniando con fermezza le angherie di ogni sorta che ha dovuto subire perché voleva verificare l’equità delle tabelle millesimali adottate nel suo palazzo. Ad un certo punto, gli è sembrato di toccare il fondo quando ha subito l’onta di veder convocata un’assemblea condominiale in cui si sarebbe dovuto discutere della vendita giudiziaria del suo appartamento, in quanto pagatore inadempiente.
Ecco le sue parole, il suo sfogo da cui trapela la soddisfazione di essere riuscito ad ottenere giustizia e in cui si augura anche che la sua testimonianza possa essere una sorta di apripista anche per gli altri.
«Sono un geometra e ho vinto contro ingegneri e architetti. Avevo ragione io ed ho cercato ed ottenuto giustizia, senza mollare mai, nemmeno quando tutto era e sembrava contro di me. Voglio raccontare questa storia, la mia storia, affinché anche gli altri aprano gli occhi e verifichino se nei loro condomini l’amministrazione faccia i loro interessi, gli interessi di tutti, oppure l’interesse becero di pochi. Il condominio “alla rovescia”, come l’ho ribattezzato io, dove chi abita ai piani alti ha pagato sempre meno rispetto a chi abita nella fascia più bassa, adesso è un condominio riequilibrato grazie alla mia determinazione e alla mia voglia di andare avanti e di non desistere mai. Dieci anni di lotte, di ricatti, di insulsi boicottamenti in cui ho creduto a tratti di non farcela, sono passati. L’ho spuntata io e ne vado orgoglioso.
Nel palazzo dove abito, fino a poco tempo fa, erano adottate tabelle millesimali calcolate da tecnici proprietari di appartamenti e abitanti nel medesimo stabile. Per 35 anni le cose sono andate avanti in questo modo e nessuno mai ha avuto qualcosa da ridere. Ma in occasione del rifacimento del prospetto, nella primavera del 2007, a fronte dei soldi che avrei dovuto sborsare come mia quota, mi accorsi che qualcosa non quadrava, che i conti cioè non tornavano. Mi accorsi di un errore clamoroso, di una differenza notevole fra un piano e l’altro e l’ho fatto presente all’amministratore del condominio. In un primo momento mi disse che avrebbe rifatto le tabelle per verificare l’errore. Nelle assemblee condominiali però, questa cosa venne subito osteggiata per farla decadere. Anzi, le delibere in cui si decideva di designare un tecnico per eseguire queste verifiche, non erano mai eseguite e si è assistito ad una sorta di rimpallo, una perdita di tempo per farmi desistere dal cercare la verità. Mi sono persino offerto di fare il calcolo io in quanto geometra e di farlo gratis ma sono stato sempre boicottato.
É stato così che ho deciso di rivolgermi ad un avvocato e adesso, posso dire che ho fatto bene.
Per costringermi a pagare, per farmi desistere dal mio proposito di verificare se la somma da me dovuta fosse giusta, l’amministratore convocò un’assemblea straordinaria nel 2015 dove all’ordine del giorno si doveva discutere della vendita giudiziaria del mio appartamento. Sono state azioni squallide, per impaurirmi ma io ero sicuro che occorreva rifare e ricalcolare le tabelle.
Per anni ho pagato più di quanto mi spettasse. Si trattava di piccole somme che non mi avevano allarmato, a cui non facevo caso. Il prospetto, fatto nel 2007, costò 250 mila euro e la somma che avrei dovuto versare io superava di ben 3 mila euro quanto invece dovuto dai miei vicini di casa che però abitavano nei piani alti del palazzo e che dunque, invece, avrebbero dovuto pagare di più. Adesso è stato stabilito dalla Camera di Conciliazione di Marsala che ho diritto ad un rimborso di circa 6 mila euro. Ê una piccola grande soddisfazione, la chiusura del cerchio, la fine di un amaro, squallido contenzioso durato 10 anni, e nello stesso tempo, lo sprone ad andare avanti sempre a testa alta, a non arrendersi neanche quando si ha tutti contro. Ripeto, sono un geometra e ho vinto contro ingegneri e architetti. E questo mi basta».
Claudio Romeo