Una operazione congiunta dell’Agenzia delle entrate e della guardia di Finanza per contrastare i falsi crediti d’imposta, ha portato alla scoperta di 186 milioni di euro di compensi illeciti e a 155 milioni di IVA evasa. La guardia di finanza ha segnalato 135 responsabili all’Autorità giudiziaria. Grazie ad analisi congiunte, sono state scoperte società che con la collaborazione di professionisti compiacenti, creavano crediti tributari fittizi, ceduti poi a una serie di imprese per compensare debiti d’imposta.
Quattro i sodalizi criminali disarticolati – L’attenzione operativa dell’agenzia delle entrate e dei militari si è concentrata su 4 distinti sodalizi criminali attivi in alcune province della Lombardia e dell’Emilia Romagna che avevano messo su uno schema fraudolento così articolato: società “cartiere” prive di struttura organizzativa e intestate a prestanome gravati da precedenti penali e/o di polizia che utilizzavano fatture per operazioni inesistenti al fine di generare falsi crediti d’imposta. Dopo, avveniva la cessione dei crediti di imposta fittizi e risultanti da dichiarazioni fraudolente a società cosiddette “beneficiarie della frode”, anche mediante la stipula di atti pubblici o scritture private autenticate da notai compiacenti, utilizzati per compensare debiti fiscali o previdenziali.
Le dichiarazioni fraudolente e le successive cessioni di “pacchetti” di crediti
fiscali artificiosamente creati sono state avallate da liberi professionisti che certificavano i crediti d’IVA ed erano depositari della documentazione contabile delle società
coinvolte. Sono 135 le persone a vario titolo coinvolte nell’operazione ed accusate di associazione a delinquere, dichiarazione fraudolenta, occultamento e distruzione di
documenti contabili,omessa e infedele dichiarazione, indebita compensazione alla truffa e alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio, auto-riciclaggio e reimpiego di denaro.