Cambia idea il reo confesso e collaboratore di giustizia Antonino Siragusa sulla sua stessa dichiarazione fornita per il delitto dell’avvocato penalista palermitano Enzo Fragalà, barbaramente ucciso per strada a colpi di bastone nel febbraio del 2010. In un primo momento, Siragusa aveva accusato sé stesso, Salvatore Ingrassia e Antonino Abbate di aver pestato fino alla morte l’avvocato Fragalà in via Turrisi ma adesso, ha cambiato versione. Adesso ha tirato in ballo Francesco Arcuri, in un primo momento scagionato. Arcuri, detestato da Siragusa per motivi “sentimentali” in quanto avrebbe intrattenuto una relazione con sua moglie, nonostante il risentimento, non era stato accusato da Siragusa mentre adesso, il pentito, parla di un suo diretto coinvolgimento nell’omicidio. Ha dichiarato che il giorno in cui ricevette l’incarico di pestare l’avvocato da parte di Abbate, vide Arcuri parlare con quest’ultimo davanti un’agenzia di scommesse nella zona di Borgo Vecchio, in via dello Spezio, a Palermo, cosa che farebbe di Arcuri il mandante del delitto.
Le dichiarazioni di Siragusa sono in contrasto con quelle di un altro collaboratore, Francesco Chiarello. Altro punto discordante delle dichiarazioni di Siragusa sarebbe la data in cui ha riferito di aver distrutto la mazza con cui venne messo a segno il mortale pestaggio.
«Dopo il pestaggio, sono arrivato al Borgo, già Abbate… era là con Ingrassia, dice, andiamo che dobbiamo andare a buttare questa cosa… ci mettiamo sopra la macchina e andiamo a prendere la benzina… in via Albanese… con una Quasquai Grigia… ce ne andiamo alle spalle di via La Farina… io ho dato fuoco ai contenitori e me ne sono andato».
Nell’ultimo verbale Siragusa avrebbe spostato di qualche giorno il momento della distruzione della mazza, ecco perché, secondo gli investigatori, si tratterebbe di una versione non genuina.