Una relazione del Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti, parla chiaro. Fra due mesi, gli invasi che riforniscono l’acqua nel capoluogo, rimarranno a secco. Domani la relazione arriverà sul tavolo del governatore Musumeci e questo potrebbe significare un primo passo per richiedere lo stato di calamità naturale. Le piogge intanto continuano a farsi attendere e la soluzione non pare di rapida soluzione. Per scongiurare il pericolo, si dovrebbe ridurre del 30% il prelievo dell’acqua. L’acqua a giorni alterni dovrebbe essere pianificata a zone: un giorno l’acqua arriverà in alcuni quartieri e il giorno successivo in altri. Nelle quattro dighe che portano acqua alla provincia di Palermo — Rosamarina, Poma, Scanzano e Piana degli Albanesi — sono rimasti appena 21 milioni di metri cubi di acqua.