Alla base di tutto c’è un errore strutturale. I bracci di levante e di ponente non sono uguali nelle dimensioni e questo costringe gli addetti ai lavori a costanti interventi di dragaggio necessari per consentire la navigazione. Il porto di Gela dunque paga per questo errore e ancor di più a pagare sono i pescatori costretti ad un fermo che penalizza la loro attività produttiva. Le mareggiate dei giorni scorsi hanno riempito di sabbia i fondali ed è necessario un intervento di dragaggio urgente. Per questo motivo stamattina, nell’ufficio di presidenza del consiglio comunale, è stata indetta una riunione per fare il punto della situazione sull’iter dei lavori al porto rifugio. C’è chi ipotizza un allungamento del braccio di ponente per porre definitivamente una soluzione del problema e chi parla di effettuare un dragaggio “sostanzioso” che per almeno 8 anni dovrebbe garantire una ottimale fruizione del porto con soldi provenienti da Fondi ENI.
La presidente del consiglio comunale, Alessandra Ascia, ha invitato i quattro deputati regionali nisseni :Giuseppe Arancio per il Pd, Giancarlo Cancelleri e Nuccio Di Paola per il M5s, Michele Mancuso per Fi, il sindaco Domenico Messinese, il comitato pescatori e il gruppo di lavoro che da anni segue le vicende autorizzative.