Uccise il padre sferrandogli 12 coltellate nella loro abitazione di Carini e i giudici della Corte di Assise le hanno ridotto la pena a dieci anni. Questa la sentenza emessa per Stefania Bologna, oggi quarantenne, la quale, due anni fa, nel novembre del 2015, dopo l’ennesimo rimprovero del padre settantenne, si scagliò contro di lui uccidendolo con un lungo coltello da cucina. I giudici non le hanno riconosciuto l’aggravante della premeditazione dato che la donna avrebbe agito in preda ad un raptus. Il padre, Francesco Bologna, rimproverava alla figlia di passare troppo tempo al computer e in modo particolare su facebook. La donna era seguita da tempo dai medici del servizio salute mentale di Carini e aveva un delicato equilibrio psicofisico. Aveva tentato il suicidio dato che non aveva mai accettato il trasferimento dallo Zen, quartiere popolare a Carini. A discolpa di Stefania Bologna, è stato usato il diario in cui la stessa annotava l’andamento della situazione familiare e i continui rimproveri a cui era sottoposta.