Giuseppe La Mantia, ex vicedirettore dell’ INAIL di Palermo e di Termini Imeres, avrebbe rilasciato, senza effettuare i dovuti accertamenti, i DURC, ovvero i documenti di regolarità contributiva in cambio di mazzette. Di questo si sarebbero avvantaggiati ovviamente imprenditori non in regola con i contributi. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Palermo hanno eseguito una misura di prevenzione cautelare nei suoi confronti e hanno disposto un sequestro di circa 516 mila euro suddiviso fra immobili e conti correnti.
Le indagini dei finanzieri hanno accertato la fitta rete di complicità tra La Mantia e le imprese che, nonostante ricorressero impedimenti come cartelle esattoriali non pagate, ricevevano le certificazioni di regolarità contributiva. L’emissione dei DURC nei confronti delle imprese, avrebbe consentito di partecipare alle stesse ad appalti e gare pubbliche, non versare i contributi previsti dalla legge, e una distorsione delle regole di funzionamento della concorrenza e del mercato. La Mantia avrebbe ricevuto in cambio somme di denaro, cellulari ed auto di lusso.
Le indagini condotte dalla guardia di finanza hanno anche fatto emergere la vicinanza di La Mantia a diversi esponenti di Cosa nostra, come il costruttore Camillo Graziano, della famiglia mafiosa dell’Arenella, il capo del mandamento San Lorenzo, Vincenzo Giacalone, e gli esponenti del clan Madonia, del quale per diverso tempo era stato il cassiere.