Gli imputati al processo hanno nomi di grosso calibro. Si tratta di Antonino Bonafede, boss marsalese, pastore, oggi ottantenne, il quale avrebbe retto la famiglia mafiosa di marsala dopo che il figlio Natale era finito in carcere. L’altro è Vincenzo Giappone, 55 anni, anch’egli ufficialmente pastore, e Martino Pipitone, 67 anni, ex impiegato di banca in pensione ma che era stato in galera per mafia scontando una pena di 6 anni. Oggi la procura generale della Corte d’appello di Palermo ha chiesto ai giudici della quarta sezione penale la conferma delle condanne inflitte in primo grado dal Tribunale di Marsala. L’operazione Witness che li aveva portati alla sbarra è avvenuta nel marzo del 2015. Al Bonafede sono stati sequestrati beni per 4 milioni di euro ed ha dovuto risarcire, con giappone, associazione antiracket e antiusura “Paolo Borsellino” costituitasi parte civile nel processo.