Per il mazarese Giuseppe Signorello, 44 anni, processato con rito abbreviato, il pubblico ministero Antonella Trainito aveva chiesto l’ergastolo (leggi qui) nel dibattimento dello scorso luglio e il gup di Marsala Riccardo Alcamo, ha inflitto all’omicida vent’anni di reclusione. Signorello è accusato di aver ucciso nella notte fra il 15 e il 16 maggio del 2016, il romeno Cristian Maftei, 38 anni e di averne poi bruciato il corpo, nascondendolo in un terreno distante circa 800 metri dalla sua azienda agricola. Il corpo del romeno quasi del tutto carbonizzato, venne ritrovato da alcuni contadini il 22 maggio del 2016 e venne identificato grazie all’esame del Ris. Maftei era stato preso a fucilate perchè, in complicità con altri cinque connazionali, aveva tentato di rubare piantine di marijuana coltivate nelle serre dei fratelli Vito e Giuseppe Signorello. Quest’ultimo avrebbe sparato al romeno sorpreso a rubare e aveva poi chiesto al fratello Vito e a due dei suoi dipendenti, anch’essi romeni, di aiutarlo per far sparire il corpo. Nel frattempo, i romeni complici di Maftei, rimasti feriti, si erano recati dai carabinieri per denunciare quanto era accaduto. Scattarono le indagini e i carabinieri scoprirono circa 9000 piante di marijuana nelle serre dei Signorello e furono arrestati anche i due operai romeni, Ionut Stoica, di 27 anni, e Gheorghe Florian, di 28, cognati e incensurati. Ai familiari della vittima, costituitisi parte civile, sono stati accordati risarcimenti danni “provvisionali” tra 50 mila e 20 mila euro.