Dinanzi ad un pubblico numeroso, è stata rappresentata la “La Bohème”, una delle più celebri opere di Giacomo Puccini. Al Teatro “Giuseppe Di Stefano” a Trapani, uno spettacolo perfetto reso magico dalla giusta interpretazione degli attori. Direttore dell’opera Nikša Bareza, regia di Stefania Panighini. Dramma lirico in quattro quadri, sul libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato dal romanzo “Scènes de la vie de Bohème” di Henri Murger. Momenti di vivacità, di intimità, di rimpianto per il tempo trascorso, di tristezza dolorosa, in scena sei personaggi principali: un quartetto di giovani amici (il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard, il filosofo Colline) e due fanciulle (Mimì e Musetta), tutti ricchi di simpatia e di entusiasmo quanto poveri di quattrini. Si apre il sipario e prende vita, in crescendo, l’ottima performance dei protagonisti sino a giungere ai momenti più attesi da tutti quali la potente “Che gelida manina” di Rodolfo (Danilo Formaggia), interpretata con sicura tecnica e applaudita a scena aperta, così come ben costruita ed armoniosa è l’attesissima “Si, mi chiamano Mimì”, nel primo quadro, di Mimì (Valentina Boi). La poetica musicale di Puccini è una mirabile sintesi fra melodia popolare e musica colta, di influssi derivanti dai compositori contemporanei tedeschi e francesi. Una bella versione dell’opera pucciniana caratterizzata da una sapiente regia di Stefania Panighini che guida lo scorrere delle vicende di un gruppo di giovani artisti bohémiens nella Parigi del 1830, attraverso i quattro quadri che suddividono l’opera. Un mix ben calibrato con accurati giochi di luci (Daniele Naldi), raffinati costumi (Tatiana Lerario), una eccellente scenografia (Andrea De Micheli).
Una cartolina che ci arriva idealmente dalla Parigi di fine Ottocento. Un sipario tempestato di lampadine inquadra in proscenio la soffitta del primo atto. Quando il sipario-cartolina si alza sul secondo atto, l’impianto scenico trasmette l’idea di una capitale moderna e tecnologica in rapporto agli standard delle città dell’epoca.
«La Bohème è la stanza dell’anima. Tra i sentieri degli animi dei protagonisti si annidano piccoli amori di gioventù. Mimì è espressione di un’emancipazione femminile e di una modernità. Mimì si lancia in un amore difficile e contorto, intraprendendo un viaggio rischioso che la conduce lontano dalla realtà, all’inseguimento di un sogno, fino all’amara scoperta di un incubo mortale. Proprio qui la ragione si ferma, per lasciar spazio all’emozione dinnanzi a uno dei capolavori indiscussi della storia dell’opera» così dichiara la regista Stefania Panighini.
Uno spettacolo a tutto tondo a cui si aggiunge la bravura dell’Orchestra dell’Ente Luglio Musicale Trapanese e il sostanziale contributo del Coro dell’Ente e del coro di voci bianche “Carpe Diem” di Marsala.
Meritati elogi anche a Musetta e a Marcello, coprotagonisti della scena insieme alla celebre coppia amorosa di Mimì e Rodolfo, che sono riusciti anch’essi a far vibrare i cuori dell’attento pubblico. «Una stagione musicale con importanti titoli d’opera, opere da salotto, recital pianistici, balletti. La formula coniata con il direttore artistico Giovanni De Santis si è dimostrata vincente e quindi verrà mantenuta, pur innestandovi – via via – alcune novità» così dichiara Andrea Certa, responsabile della programmazione lirica dell’Ente Luglio Musicale Trapanese.