Nei trentotto conti correnti sequestrati lo scorso 19 luglio, sia postali che bancari, i carabinieri del ROS hanno trovato ben poco. Il tesoro del boss corleonese dunque non esiste? O meglio, dove sono finiti i soldi del capo dei capi? Gli investigatori stanno cercando di capire da dove arrivino i soldi utilizzati dal genero di Riina, Tony Ciavarello, che recentemente ha aperto un’attività commerciale in Puglia, una rivendita di pezzi di ricambio per auto e camion. Parte di questo denaro è stato giustificato con l’avvenuta eredità da parte del padre di Ciavarello che ha lasciato al figlio alcuni immobili, privi di valore però come sostengono gli stessi inquirenti. C’è una sorta di sperequazione, di gap insomma, fra quanto posseduto e quanto speso che fa nascere forti sospetti sul vero collocamento del denaro. Riina e famiglia sono tutti convocati davanti i giudici delle Misure di prevenzione per il 15 novembre, ore 9.30.