Sessanta milioni di euro. A tanto ammonta il lucroso business della cosca mafiosa di Brancaccio e di corso dei Mille capeggiata da Pietro Tagliavia che taglieggiava aziende dedite all’imballaggio industriale. nessuno sfuggiva all’estorsione, nemmeno gli ambulanti che con le loro bancarelle vendevano “calia, simenza e bevande” nei festini. Tutti dovevano chiedere l’autorizzazione per esercitare la loro attività e nutrire la grande piovra mafiosa che grava sulle attività del territorio. Polizia e Guardia di finanza hanno arrestato 34 persone presunte appartenenti alla famiglia di Brancaccio.
Secondo quanto ricostruito attraverso indagini coordinate dal Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica, i componenti della cosca utilizzavano una serie di prestanome ai quali avevano intestato decine di aziende con le quali gestivano le forniture industriali in tutta Italia e in Sicilia, dove operavano in regime di Monopolio. Il boss Tagliavia è stato arrestato. Il suo mandamento si occupava anche di traffico di stupefacenti e della cassa comune per il sostentamento delle famiglie dei detenuti.
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