Non piove da mesi, da marzo per l’esattezza, e questo lungo periodo di siccità ha svuotato per due terzi gli invasi di tutta la Sicilia. La crisi idrica non è dunque uno spauracchio, ma un reale problema da gestire per scongiurare la tanto temuta turnazione dell’acqua.
“Siamo pronti a chiedere a chiedere alla Regione lo stato di calamità naturale”. Queste sono le parole usate dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando che assieme al presidente dell’Amap, Maria Prestigiacomo, ha partecipato ad una conferenza stampa, presenti anche il vicesindaco della città, Sergio Marino e l’assessore alle partecipate, Iolanda Riolo, per esporre il problema e cercare modalità di soluzione. Nel frattempo, l’azienda acquedotto, attingerà l’acqua necessaria dal bacino di Piano degli albanesi, pagando all’Enel i costi della mancata produzione di energia elettrica,circa 1,3 milioni di euro che non saranno addebitati agli utenti in bolletta ma saranno interamente pagati dall’ Amap. La Prestigiacomo ha affermato che “in alcune ore della giornata l’acqua potrebbe non arrivare nei pieni alti delle abitazioni”, tutto questo per l’abbassamento della pressione della stessa. Sono stati riattivati i tre pozzi cittadini, pozzo Bonanno, pozzo Bugino e pozzo Bellolampo che erogheranno 160 litri di acqua al secondo. Intanto l’azienda acquedotto, per tamponare l’emergenza, attingerà acqua dal bacino di Piana degli Albanesi, pagando all’Enel i costi della mancata produzione di energia elettrica: 1,3 milioni di euro sino a fine anno. Costi che non verranno conteggiati in bolletta, ma saranno interamente a carico dell’Amap. La Prestigiacomo ha ribadito che nel tavolo tecnico che si istituirà alla Regione, chiederà di requisire i pozzi privati e fare tutte le analisi necessarie di potabilità e poter piazzare dopo le pompe necessarie per l’erogazione. “In questo momento – ha insistito Prestigiacomo – dobbiamo risparmiare acqua il più possibile”. Anche per far fronte alle perdite dalle condutture (circa il 20%) e limitare i danni dovuti agli allacci abusivi (30%). “Un fenomeno quest’ultimo – ha precisato il presidente dell’Amap – diffuso sia nelle campagne che nelle case popolari dello Iacp occupate abusivamente e che, per legge, non possono avere un regolare contratto. Con i nostri legali stiamo cercando un modo per regolarizzare queste posizioni. Immaginate quanta acqua eroghiamo e non possiamo conteggiare. Un danno economico notevole per l’Amap, perché questi utenti in realtà l’acqua la pagano. Non sappiamo a chi”.
E’ necessario dunque risparmiare acqua in attesa che torni a piovere.