I carabinieri di Trapani e le Squadre mobili di Palermo e Trapani con il supporto del Servizio Centrale della polizia di Stato e del ROS, hanno arrestato all’alba (leggi qui) Giuseppe Genna nato a Paceco nel 1960 e Rosario Scalia nato a Castelvetrano nel 1975. I due arresti sono avvenuti in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere per il reato di omicidio premeditato e aggravato dal metodo mafioso. Il provvedimento rappresenta il completamento del percorso investigativo che, il 26 novembre 2015, aveva condotto al fermo di indiziato di delitto a carico dei due esecutori materiali del crimine,Nicolò Nicolosi e Attilio Fogazza, oggi entrambi collaboratori di giustizia, e il successivo 15 dicembre all’arresto del mandante Giovanni Domenico Scimonelli (leggi qui) esponente di spicco della famiglia mafiosa di Partanna.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, infatti, accogliendo le richieste formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nelle persone del Procuratore Aggiunto Dott. Paolo GUIDO e dei Sostituti Procuratori Dr. Carlo Marzella e Francesco Grassi,, ha riconosciuto, in Genna e in Scalia gli altri due concorrenti all’omicidio.I fatti risalgono al 21 Maggio del 2009, quando i carabinieri di Castelvetrano, chiamati da una telefonata anonima, si sono recati nel bar “Smart Cafè”, di Partanna dove hanno potuto accertare l’omicidi odi Salvatore lombardo freddato a colpi di fucile calibro 12.Le indagini
hanno permesso di accertare che Lombardo era sottoposto all’obbligo di firma presso quel Comando alle ore 19.00 di determinati giorni, incombenza che aveva assolto anche quella sera prima di tornare al noto bar di via XV Gennaio,dove era stato ammazzato. In quella occasione vennero visionate le immagini delle telecamere di due esercizi commerciali, una gioielleria ed un fioraio, dislocati lungo il tragitto compiuto dalla vittima per andare e poi tornare dalla caserma dei Carabinieri.La visione delle immagini delle telecamere dei due esercizi commerciali hanno consentito di accertare che lombardo si è recato in caserma e dopo era stato seguito da due soggetti a bordo di un’autovettura Volkswagen Polo di colore scuro, ed appurato successivamente compatibile con quella utilizzata dai killer dopo l’azione di fuoco. Le recenti indagini, invece, condotte dalla l’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nell’ambito della ricerca del latitante Matteo MESSINA DENARO,hanno permesso di chiarire che Lombardo fosse l’autore del furto di un camion e di merce ai danni del supermercato DESPAR di Partanna (Tp) gestito, di fatto, da SCIMONELLI Giovanni Domenico e la sua uccisione rappresentava in sostanza una vendetta.
L’attento riascolto delle intercettazioni e la disamina del traffico cellulare dei protagonisti,hanno consentito di verificare che Nicolosi e Fogazza avevano avuto la possibilità d’incontrare LOMBARDO il giorno del suo omicidio. Il primo aveva messo a disposizione di Nicolosi e Fogazza l’autovettura (WV polo) utilizzata per commettere l’omicidio e successivamente un’altra autovettura per far sì che gli stessi potessero immediatamente far perdere le proprie tracce. Il secondo per avere intrattenuto LOMBARDO all’interno del bar, comunicando allo SCIMONELLI, tramite sms, i movimenti della vittima. Infatti, nel momento in cui il LOMBARDO lasciava il bar per recarsi presso la locale Stazione Carabinieri, SCALIA notiziava dell’evento lo SCIMONELLI, il quale a sua volta avvisava NICOLOSI e FOGAZZA che avrebbero poi seguito e ucciso il LOMBARDO al suo rientro presso il bar.