Termine con cui si appella un individuo che occupa per propri meriti l’ultimo gradino di una ipotetica scala estetica e comportamentale, guadagnato attraverso atteggiamenti, modi di dire, ricerca di un abbigliamento fuori dal comune, in senso negativo e pertanto sfocianti nel cattivo gusto, quali possano essere il nome inglesizzato ad esempio Dany, Rosy, Mary, Tony ultimamente Jessica o Kevin, oppure l’utilizzazione dello stereo auto a tutto volume dove il “tump tump” delle casse si sente a chilometri di distanza. Naturalmente in questi casi il Doc lo assegnano le canzoni napoletane (non me ne vogliano gli amici napoletani) . Il tascio mette in mostra la sua tascitudine anche attraverso lo sfoggiare accessori di abbigliamento costosi proprio a significare” io i picciuli ci l’haiu” e pertanto vengono apostrofati come “pidocchi arrinisciuti” nel senso che come se un insetto di poco conto abbia cercato credendo di riuscirci ad essere qualcosa di più scordandosi dei reali valori.
Il termine deriva dall’inglese “trash” sicilianizzato in tascio o tasciu, infatti come noto molte parole inglesi apprese dall’indigeno siculo durante la dominazione inglese, storpiate per mancata conoscenza della lingua, hanno determinato molte parole del dialetto siciliano.
Renato Castagnetta