L’inno nazionale, cantato dai bambini, ha aperto la manifestazione svoltasi davanti al comando provinciale di via Orlandini. Festa questa mattina per celebrare il 203’ annuale della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. La cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro resta una priorità per i carabinieri, come ha sottolineato il comandante provinciale, colonnello Stefano Russo: “per arrivare a questo obiettivo- ha detto-, abbiamo bisogno di colpire tutte quelle attività illecite che si svolgono in questo territorio, anche se non sono direttamente riconducibile al latitante di Castelvetrano”.
Una cerimonia semplice, ma densa di significato, alla presenza di molta gente comune e di tanti giovani, a testimonianza che l’Arma è sempre molto amata. “E’ stato bellissimo vedere tante persone, e soprattutto i bambini cantare l’inno nazionale- ha aggiunto il colonnello Russo- Mi sono commosso”. La manifestazione si è conclusa con la premiazione dei carabinieri che si sono particolarmente distinti.
Lo scorso anno i festeggiamenti erano stati annullati per onorare il sacrificio del maresciallo Silvio Mirarchi, 53 anni, vice comandante della stazione di Ciavolo, nel marsalese, che perse la vita mentre era in servizio. Il 31 maggio di un anno fa, assieme ad un collega, stava facendo un appostamento in contrada Ventrischi, nei pressi di una serra di marijuana. All’indirizzo dei due carabinieri vennero esplosi diversi colpi di pistola. Uno di questi recise l’aorta di Mirarchi che, portato prima all’ ospedale di Marsala e poi al Villa Sofia di Palermo, morì il giorno dopo.
Il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, in apertura del suo discorso, ha ricordato il maresciallo Mirarchi facendo sapere ai presenti che oggi, a Roma, la moglie del militare defunto, Antonella Anna Pizzo, accompagnata dai figli Debora e Valerio, hanno ricevuto la medaglia d’Oro al Valor civile alla memoria del loro congiunto. Il riconoscimento è stato assegnato con la seguente motivazione: “Con eccezionale coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, nel corso di un servizio notturno in area rurale, non esitava, insieme a commilitone, a intervenire presso alcune serre, adibite a coltivazione illecita di canapa indiana, venendo fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte di malfattori che, al fine di assicurarsi la fuga, lo ferivano mortalmente. Fulgido esempio di elette virtù civiche e altissimo senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio”.
Uno dei presunti autori dell’omicidio di Mirarchi, Nicolò Girgenti, bracciante agricolo, è stato rinviato a giudizio proprio pochi giorni fa.